La strage di Bologna tra sentenze ed opinioni
Ora, a distanza di quarantatré anni, Marcello De Angelis, ex terrorista nero, attualmente i portavoce di Francesco Rocca, presidente della
La strage di Bologna del 2 agosto 1980 è stato il più odioso ed efferato attentato nella storia del nostro Paese. Per quella bomba fatta esplodere nella stazione ferroviaria bolognese persero la vita 85 persone. Una carneficina senza precedenti. Per quel crimine tanto abominevole sono stati riconosciuti colpevoli e condannati in via definitiva come esecutori materiali i neo fascisti Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Ora, a distanza di quarantatré anni, Marcello De Angelis, ex terrorista nero, attualmente portavoce di Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, sostiene che i tre neo fascisti non c’entrano con quel feroce attentato. «Non riusciranno a farmi rinunciare a proclamare la verità. Costi quel che costi…» afferma De Angelis. «Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali”», sostiene ancora De Angelis. Vero è che la verità della giustizia non sempre coincide con la realtà dei fatti. E’ altrettanto vero che nel nostro Paese spesso prendono il sopravvento verità di comodo frutto di depistaggi, magari di pezzi deviati dello Stato. Insomma, i dubbi sono legittimi. Resta però un punto fermo. E sono le sentenze di colpevolezza pronunciate dai giudici, da cui, piaccia o meno, non si può prescindere. La verità potrebbe anche essere un’altra, ma fintantoché non si portano a supporto dati oggettivi, allora siamo di fronte ad opinioni. Legittime quanto si vuole, ma comunque opinioni.