Nicola Jossa, il tre di bastoni
La faccia baffuta e digrignante è quella di Nicola Jossa, uomo amato e temuto della Napoli risorgimentale.
Scopa, scopone, briscola, tressette. Sono solo alcuni dei giochi che si possono fare con le carte napoletane. Quante volte abbiamo udito il loro crepitio mescolandole, quante volte le abbiamo fissate mentre le tenevamo tra le mani. Eppure, ci siamo mai chiesti a chi appartenesse il volto del tre di bastoni?
La faccia baffuta e digrignante è quella di Nicola Jossa, uomo amato e temuto della Napoli risorgimentale. Era un camorrista – o forse un guappo di quartiere – ed andava in giro munito di randello, il bastone per l’appunto. Pare fosse accompagnato da altri due sgherri, anch’essi muniti di bastone. Non disdegnava le azzuffate, gli accoltellamenti e tutto ciò che un violento ama fare.
L’Unità d’Italia gli garantì la scalata sociale e professionale poiché, come successe per molti malavitosi, venne inserito nel reparto di pubblica sicurezza. Il questore dell’epoca lo nominò persino commissario. Di indole violenta ed al contempo benevola, Jossa perseguitava i suoi ex compagni di merenda – coloro che cospiravano contro l’Unità d’Italia – stanandoli nei loro nascondigli (chi meglio di lui conosceva le ombrose pieghe del fu Regno di Napoli) ma – d’altra parte – sapeva farsi voler bene dalla plebe. Perché sebbene uomo di Governo, era prima di tutto un popolano.
Era, per l’appunto, uomo dai due volti e tre di bastoni.