La rivolta dei mercenari della Wagner: e ora quali saranno gli sviluppi della guerra in Ucraina?
Da tempo lo si auspicava ed un po’ lo si dava per scontato: con la guerra in Ucraina la Russia di Putin sarebbe implosa.
Il colpo di Stato messo in atto da Prigozhin con i suoi mercenari della Wagner conferma che la Russia è alle corde. Non siamo ancora alla guerra civile, ma non è da escludere se non una vera e propria insurrezione popolare, quantomeno una pericolosa destabilizzazione del potere del Cremlino. D’altro canto, vero è che Prigozhin ha fermato la marcia su Mosca ad appena 200 km dall’obiettivo, tuttavia, la situazione resta fluida. Putin, infatti, ne esce fortemente indebolito e con un futuro assai incerto.
Da tempo, ormai, si era capito che la Russia, nonostante fosse una potenza militare di prima grandezza, aveva perso la sua guerra in Ucraina. Sul campo, in effetti, era da tempo sulla difensiva rispetto alle aree occupate, ma soprattutto in difficoltà militare, oltre che politica, economica e diplomatica.
Un’invasione, quella russa, nata male, preparata peggio, gestita in modo a dir poco pessimo.
La Russia di Putin, infatti, ha commesso in quest’anno e poco più di guerra una serie di gravissimi errori di valutazione.
Ha sopravvaluto le sue forze. A partire dal suo esercito, del tutto impreparato ed inadeguato. Incomprensibile, ma soprattutto ingiustificabile per una potenza militare come quella russa.
Ha sottovalutato, al contrario, la reazione tenace degli ucraini.
Allo stesso modo, ha sottovalutato la reazione delle democrazie occidentali. E delle sue armi che alla prova dei fatti, qualora ce ne fosse stato bisogno, hanno dimostrato quanto fossero superiori gli armamenti degli arsenali Nato.
Le sanzioni hanno poi fatto il resto. Hanno minato dalle fondamenta il sistema socio-economico russo già debole di suo. Non è servito a nulla il ricatto energetico e meno ancora la minaccia nucleare. Al contrario, proprio quest’ultima ha più di ogni altra cosa dimostrato quanto la Russia fosse in seria difficoltà.
D’altra parte, lo stesso ruolo svolto dalla milizia privata Wagner nella guerra in Ucraina, è la prova più eclatante della debolezza dello Stato russo. Possibile mai che una potenza militare, seconda solo a quella degli Usa, avesse bisogno dell’apporto militare di mercenari? In altre parole, servirsi di mercenari per operazioni sporche al fine di evitare il coinvolgimento ufficiale dello Stato russo è un espediente comprensibile. Altra cosa, invece, è utilizzare delle milizie private in operazioni militari a fianco delle truppe regolari. In questo, la Russia di Putin sembra essere ancora in una sorta di medioevo. Le disastrose e devastanti conseguenze si sono viste in questi giorni con quella che potremmo definire la marcia su Mosca.
In altri termini, non era affatto fantasioso pensare che la Russia di Putin potesse implodere. E’ successo in questi giorni. Al momento, però, non si sa quali possano essere gli ulteriori sviluppi. Prigozhin ha sì ordinato il dietrofront ai suoi mercenari della Wagner, ma la situazione è ancora piena di incognite e sono troppi gli aspetti poco chiari di questa vicenda.
Di sicuro, Putin ne esce fortemente ridimensionato. Allo stesso modo, da oggi la storia del conflitto russo-ucraino prenderà un’altra piega. Quale? Difficile a dirsi. L’auspicio è che gli accadimenti di questi giorni consiglino a tutti, ai russi e a Putin in particolare, di imboccare la strada delle trattative diplomatiche per arrivare alla pace o almeno ad un armistizio che faccia cessare le ostilità.