scritto da Nino Maiorino - 04 Giugno 2023 07:07

La Banca d’Italia boccia la riforma fiscale del Governo Meloni

Nonostante il Governo Meloni sprizzi soddisfazione da tutti i pori per il nuovo successo della coalizione di destra venuto fuori dalle urne delle elezioni amministrative svoltesi nelle ultime settimane, ci sono pietre di inciampo che per questo governo non fanno prevedere nulla di buono.

Infatti, oltre alle difficoltà derivanti dalla riforma Calderoli per l’attuazione della “Autonomia differenziata”, della quale abbiamo ulteriormente parlato in due articoli pubblicati negli ultimi giorni, ora la Banca d’Italia si è messa di traverso sul progetto di riforma fiscale che Giorgia Meloni vorrebbe introdurre.

Sulla Flat-tax” ci si interroga da anni, a partire dalla nascita del primo Governo Conte: il dilemma è se all’Italia serva davvero una tassa piatta ad aliquota unica; se lo chiedono non solo i rappresentanti della politica italiana (almeno dal 1994…) ma anche cittadini, imprese e professionisti.

Ora su questo nuovo metodo di tassazione è intervenuta anche la Banca d’Italia.

Ovviamente la Banca d’Italia lo fa quale “Organismo tecnico”; e non potrebbe essere altrimenti in quanto, come Istituzione dello Stato, non potrebbe permettersi di ostacolare dal punto di vista politico il Governo.

Quindi la Banca d’Italia, valutando il minor introito fiscale derivante dalla progettata riforma, si limita a dire che occorre compensare il “minus” ricorrendo ad altre entrate fiscali alternative, lancia così l’allarme per la necessità di trovare coperture adeguate alla “Flat-tax” e la ridistribuzione del carico fiscale della popolazione.

Nei giorni scorsi, Bankitalia ha sottolineato la necessità di “coperture adeguate, strutturali e credibili”.

La lotta all’evasione fiscale dovrebbe essere utilizzata per alleviare il peso delle tasse sui contribuenti in regola, ma sembra che la progettata riforma vada in senso contrario.

Il sistema fiscale dovrebbe favorire la crescita economica, spostando il carico tributario dalle attività produttive alle rendite e ai consumi.

Sulle rendite, specialmente quelle più rilevanti, ci troviamo perfettamente d’accordo, sui consumi vi sono molte perplessità, perché il discorso va inserito in un quadro generale che deve tener conto anche del momento di crisi che la popolazione sta vivendo, sia per effetto della inflazione che non si riesce a fermare e che erode pesantemente entrate e risparmi, sia per effetto delle difficoltà legate al post-pandemia, alla guerra tra Russia e Ucraina e a tutte le altre emergenze connesse.

La Banca d’Italia, evidenziando anche che la delega per la riforma fiscale attuale non prevede coperture adeguate, si è pronunciata con dichiarazioni forti e dirette che hanno iniziato a scatenare dibattiti a livello soprattutto politico.

Considerata anche la elevata pressione del debito pubblico, è necessario, quindi, individuare coperture strutturali e credibili per ogni riduzione delle entrate pubbliche.

Nelle ultime settimane, quindi, la Flat-tax è tornata al centro del dibattito pubblico italiano, da un lato per via delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2023, dall’altro per le proposte contenute nel progetto di Legge delega di riforma fiscale, con riferimento all’introduzione della Flat-tax, strutturata secondo un’aliquota unica uguale per tutti.

Questa riforma è uno dei temi al centro del programma di Governo, che punta ad estenderla a privati e famiglie che nel corso del tempo registrano un aumento di reddito, detassando quest’ultimo proprio in funzione della tassa piatta.

Tutto gira, pertanto, intorno a questa “tassa piatta”, una imposta ad aliquota unica, che andrebbe a sostituire gradualmente l’IRPEF e il sistema delle aliquote a scaglioni.

Su questo modello di tassazione si sono riaccesi i riflettori e negli ultimi anni, come abbiamo visto, è già stato parzialmente introdotto in favore dei professionisti e delle imprese.

È oggetto di discussione il fatto che sia stata introdotta anche per i lavoratori dipendenti, ma sui premi di produttività comunque esisteva già, anche se al 10% e non al 5% come disposto dall’ultima Legge di Bilancio.

Non vogliamo entrare nei tecnicismi, vogliamo esaminare l’aspetto politico della innovazione che si vuole introdurre, e, in particolare, se al paese serve davvero una tassa-piatta ad aliquota unica, oppure se sia più conviene partire dal ridurre la tassazione progressiva ad aliquote e scaglioni IRPEF sui redditi, specialmente quelli lavorativi.

Nella Relazione annuale della Banca d’Italia, che il 31 maggio il Governatore della Banca d’Italia ha riepilogato con le consuete “Considerazioni finali”, Visco si è soffermato anche su questo, evidenziando le necessità che i salari vengano adeguati.

E’ ormai noto che, a volere fortemente l’introduzione in Italia della Flat- tax, è la coalizione di centrodestra, con aliquota al 15 per cento secondo la Lega, al 23 per cento secondo FI.

Il tema è tornato al centro della discussione dopo l’insediamento del Governo Meloni, che tra le misure allo studio ha annunciato e poi effettivamente disposta l’estensione dell’attuale Flat-tax per le partite IVA, il regime forfettario, fino a 85.000 euro, introducendo in parallelo una tassa piatta sugli incrementi di reddito per partite IVA non forfettarie.

Le discussioni non si sono mai placate, specialmente dopo che, qualche anno addietro, venne trasmesso da “Report”, il programma in onda su Rai3, un servizio che mostrò l’insuccesso di tale sistema di tassazione nei paesi in cui è stato introdotto.

Ed è probabile che la Banca d’Italia basi le sue critiche anche su tali esperienze negative.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.