La lezione dell’Emilia-Romagna… tra ritardi ed omissioni…. è ora di intervenire
Riceviamo e pubblichiamo
Pochi mesi fa fiumi in secca. Una occasione imperdibile per dragare i fiumi e sistemare le sponde ma nulla si è fatto in nome della tutela di habitat o di difficoltà di smaltimento dei terreni dragati.
Oggi fiumi in piena, esondazioni diffuse, argini crollati, morti e danni enormi.
Che sia in corso da anni una tropicalizzazione del clima con precipitazioni brevi e intensissime, in grado di coprire in poche ore gli apporti pluviometrici previsti in un anno, è noto da tempo e non interessa solo le aree colpite ma tutti i territori italiani già mappati come a rischio.
Si assiste ad una alternanza oramai periodica di siccità ed alluvioni e il varo di un piano straordinario nazionale di sistemazione idrogeologica, gestito da una struttura dedicata sotto l’egida della Protezione civile come annunciato dal ministro alla Protezione Civile Musumeci, anche ad integrazione di interventi programmati con altre fonti di finanziamento, per la messa in sicurezza di versanti instabili o la sistemazione di corpi idrici, è indispensabile a salvaguardia delle vite umane e del patrimonio esistente.
Occorre ripensare interamente i sistemi di drenaggio su scala di bacini idrografici, attraverso sistemi duali di regimentazione e smaltimento delle acque meteoriche.
Opporsi ancora alle vasche di laminazione (per controllare le esondazioni) o gli invasi idrici (per far fronte alle siccità ed alla carenza idrica), ovvero a sistemi di drenaggio urbano che riducano il rapporto afflusso/deflusso o ancora a opere di protezione di pendii instabili, è oramai un esercizio stupido e dannoso.
La pianificazione territoriale, anche mediante strumenti derogatori, deve seguire i nuovi interventi e non rallentarli con una vincolistica oramai non più rispondente ai territori per conformazione ed assetto climatico delle zone omogenee.
Un Piano che preveda: interventi efficaci, risorse finanziarie adeguate ( sia per la costruzione che per la manutenzione programmata), tempi certi di esecuzione, collaudo delle opere per certificarne la piena funzionalità, rendicontazione rigorosa della spesa.
Una struttura speciale con articolazioni regionali partendo da una seria ricognizione delle progettazioni esistenti su scala comunale per far fronte a criticità conclamate che impongono agli amministratori locali di disporre, a scopo cautelativo, azionw di tutela preventiva come la chiusura delle scuole in concomitanza di Allerte Meteo su scala regionale.
Solo in questo modo le Comunità potranno avere territori sicuri e non dovere, in ogni dove, far fronte a fenomeni franosi ed altri danni alluvionali che per carenze organizzative e indisponibilità dei fondi, comportano danni la cui riparazione ha spesso tempi indefiniti.
Ing. Massimo Mariconda