Il 28 aprile abbiamo pubblicato l’articolo dal titolo “Apparecchi acustici e demenza senile” (https://www.ulisseonline.it/controluce/apparecchi-acustici-e-demenza-senile/) che mette in relazione la ipoacusia con la possibilità che la stessa provochi danni con la precoce morte delle cellule cerebrali.
L’autorevole studio consiglia di utilizzare protesi acustiche per evitare ciò.
Conoscendo le difficoltà di tale scelta, ci siamo riservati di tornare sull’argomento per fare chiarezza.
Dobbiamo però partire dalla constatazione che non tutte le persone sono orientate ad utilizzare le protesi acustiche, per motivi vari: difficoltà psicologiche, difficoltà estetiche, difficoltà economiche, difficoltà di scelta, difficoltà di regolazione, difficoltà di gestione; tutte cose che non incoraggiano.
Ma tutte queste difficoltà, in parte reali, sono legate anche alla disinformazione alla quale contribuiscono, forse involontariamente, le aziende, ormai numerosissime, che producono e commercializzano le protesi.
Andiamo con ordine.
Nella maggior parte dei casi il primo approccio è il contatto, talvolta involontario, col problema, nel senso che l’utente viene stimolato da campagne pubblicitarie promosse dalle stesse aziende produttrici, tramite farmacie, studi medici, oppure gazebo in piazza.
La gratuità della misurazione invoglia, e se risulta che effettivamente vi è ipoacusia, i promotori prendono la palla al balzo per un contatto più approfondito volto alla scelta delle protesi.
Normalmente il potenziale cliente viene invitato a recarsi presso un centro, che rinnova l’esame e passa immediatamente a proporre le protesi.
Questo è il primo errore che porta fuori strada il cliente, e da ciò deriva una serie di conseguenze che potrebbero danneggiare cliente e rivenditore.
Infatti non tutti sanno che il S.S.N., al fine di contenere il fenomeno della sordità, eroga un cospicuo contributo, circa euro 1300,00, che copre interamente il costo di due protesi meno sofisticate, purché si segua un rigido iter burocratico.
Il primo passo è recarsi presso una struttura pubblica (ospedale o Asl) abilitata a fare l’esame audiometrico il cui risultato è l’unico valido per accedere al contributo pubblico.
In possesso di tale referto si va poi all’Asl la quale rilascia l’autorizzazione per l’acquisto, che può essere fatto liberamente.
Ovviamente l’utente è libero di decidere se accontentarsi del modello più semplice, il cui costo rientra nel contributo pubblico, oppure acquistare un modello di livello superiore, magari più piccolo, più sofisticato, con o senza batterie (alcuni modelli si possono ricaricare come il telefonino), pagando ovviamente una differenza, che in taluni casi, per i modelli più sofisticati, potrebbe essere rilevante.
Ma tutte le aziende produttrici e i relativi fornitori concedono dilazioni anche abbastanza convenienti.
E’ chiaro che a quel punto il cliente è libero di acquistare dove vuole, a deve iniziare una accurata ricerca in quanto i produttori sono tanti.
Periodicamente le protesi vanno controllate, regolate, e a distanza di qualche anno va rifatto l’esame audiometrico, anche da parte del rivenditore, e, nel caso le protesi in uso non dovessero essere più sufficienti e dovessero essere sostituite, si inizierebbe daccapo l’iter burocratico previsto.
Si stima che la vita media di un apparecchio acustico oscilli tra 4 e 7 anni e a seconda delle ore di utilizzo.
La richiesta di rinnovo va fatta non prima di 5 anni dall’assegnazione della protesi, oppure in caso di smarrimento dell’apparecchio, presentando la denuncia fatta alle forze dell’ordine; oppure in caso di guasto se prima dei 5 anni, presentando certificato rilasciato dalla ditta che dichiari la irreparabilità della protesi.
Riepilogando.
A – Gli aventi diritto al contributo Asl per l’apparecchio acustico sono:
- Gli invalidi civili cui è stata riconosciuta una ridotta capacità lavorativa di almeno un terzo e risulti nel verbale di accertamento l’ipoacusia tra le cause invalidanti.
- Gli invalidi del lavoro ai quali i dispositivi vengono erogati dall’INAIL, secondo le modalità stabilite dall’Istituto stesso.
- I minori indipendentemente dal grado di ipoacusia.
- Gli invalidi di guerra e di servizio.
- I ricoverati in strutture sanitarie accreditate, pubbliche e private.
- Gli invalidi civili non in età lavorativa che per sommatoria delle patologie, compresa l’ipoacusia, arrivano ad avere riconosciuta una invalidità superiore al 33,3%.
- Gli invalidi con una percentuale del 100% e che necessitano dell’intervento protesico. In tali casi, non essendo possibile procedere con una richiesta di aggravamento dello stato invalidante, dovrà richiedersi l’inserimento dell’ipoacusia tra le cause di invalidità, ai fini dell’accesso alla fornitura.
Una volta accertato che si rientra in una di queste categorie, si passerà alle fasi successive.
B – Iter da seguire per ottenere il contributo dell’ASL
Una volta compreso chi sono gli aventi diritto, il secondo quesito è comprendere come ottenere le agevolazioni previste dalla legge per la fornitura degli apparecchi.
Queste sono le fasi da seguire.
- Nella prima fase è previsto il controllo dell’udito nel centro acustico di riferimento. Questo è il momento in cui il soggetto potrà anche ricevere tutte le informazioni necessarie.
- Nella seconda fase, ottenuto il certificato di invalidità, l’utente dovrà richiedere al medico di base l’impegnativa per una visita ORL (Otorinolarigoiatra) con esame audiometrico e prescrizione dell’apparecchio acustico.
- Nella terza fase, il richiedente deve prenotare l’esame audiometrico e la prescrizione degli apparecchi acustici in una struttura pubblica o convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale. Sarà inoltre necessario presentare allo sportello: -impegnativa del medico di base -copia del certificato di invalidità –tessera sanitaria.
- Nella quarta fase seguirà la scelta della soluzione acustica con l’Audioprotesista del centro di riferimento con preventivo di spesa. L’Audioprotesista allegherà al preventivo la scheda tecnica del prodotto scelto che dimostri la congruenza funzionale dell’apparecchio con la prescrizione, specificando il diverso costo.
- La quinta fase prevede l’ottenimento dell’autorizzazione alla fornitura dell’apparecchio a carico dell’ASL. Per ottenerla, bisogna inoltrare all’Ufficio Protesi dell’ASL competente, tutta la documentazione raccolta, ossia: -prescrizione dell’apparecchio con esame audiometrico in originale; -preventivo compilato dall’Audioprotesista: -fotocopia del verbale di invalidità; -fotocopia della tessera sanitaria; -certificato di residenza (o autocertificazione); -verifica della congruità della fornitura dell’apparecchio; -ottenimento dell’autorizzazione entro 20 giorni dall’inoltro della domanda, via posta.
- La sesta fase prevede l’applicazione dell’apparecchio acustico presso il centro di riferimento. Con l’autorizzazione rilasciata dall’Ufficio Protesi, il richiedente si rivolge all’Audioprotesista del Centro Acustico che si occuperà di ordinare l’apparecchio. Sarà responsabilità dell’audioprotesista, dopo aver ascoltato le specifiche esigenze del cliente, la scelta della marca e del modello dell’apparecchio e la sua regolazione, coerentemente alle indicazioni dell’otorino.
- La settima e ultima fase è quella inerente al collaudo. Entro 20 giorni dalla consegna dell’apparecchio acustico, il cliente deve fissare un appuntamento per effettuare il collaudo che rappresenta una garanzia per il paziente: serve a verificare se l’apparecchio è conforme alla prescrizione, valutare la soddisfazione del paziente, testare la sua dimestichezza nell’utilizzo. Se durante il collaudo emergessero differenze rispetto alla prescrizione o risultati protesici non conformi, il fornitore è tenuto a portare a conformità il prodotto o l’applicazione. L’Asl si riserva la facoltà di decidere se concedere o meno il rinnovo allo scadere dei 5 anni.
Tutto questo potrà essere meglio chiarito dal proprio medico curante, oppure dalla locale struttura dell’ASL.