Cava de’ Tirreni: Fratelli d’Italia, Totò e Peppino
l comunicato stampa diffuso oggi dal Coordinamento di Fratelli d'Italia fa finalmente chiarezza. Fuga quasi tutti i dubbi. Indica soprattutto
Il silenzio della dirigenza locale di Fratelli d’Italia da un po’ di tempo risultava assordante.
Da un lato, le esternazioni di un suo esponente, l’avvocato Alfonso Senatore. Dall’altra, le reazioni delle altre componenti dell’opposizione. Contrasti che non lasciavano presagire nulla di buono.
All’appello, in modo evidente, mancava l’esplicitazione della linea politica del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia.
Il suo stesso candidato sindaco, Fabio Siani, era andato e resta in immersione. Troppo intelligente ed esperto. Meglio non ficcarsi in un buco nero dove si rischiava solo di prendere scappellotti.
Insomma, sembrava che nella nostra città Fratelli d’Italia somigliasse un po’ a Totò e Peppino. Sì, quando chiedevano «per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?».
Il comunicato stampa diffuso oggi dal Coordinamento di Fratelli d’Italia fa finalmente chiarezza. Fuga quasi tutti i dubbi. Indica soprattutto quali sono la strategia e gli obiettivi politici. Anzi, sorprende per un’apertura ed una maturità politica inaspettate. Lo stesso linguaggio stupisce per equilibrio e modernità.
Traspare indubbiamente la consapevolezza di dover essere il partito-guida in città. Di quella che, ovviamente, sarà l’alternativa all’attuale maggioranza di centrosinistra.
Il coordinatore comunale Luigi Napoli utilizza un linguaggio accorto. Rispettoso della dignità delle altre forze politiche. Si rivela così assai prudente e lungimirante. Afferma di voler «svolgere un ruolo decisivo nella costruzione di un’alternativa di governo di qualità e credibilità». Precisando, però, «in concorso con le altre componenti dell’opposizione».
Non è da meno il giovane capogruppo consiliare Italo Cirielli. Declina con sagacia la strategia del partito della Meloni nella valle metelliana. Individua delle direttrici di marcia. Vere e proprie parole d’ordine. Unità, inclusione, programmazione, competenza.
In sintesi, il partito si confronterà con le altre componenti dell’opposizione. Non solo. E’ aperto anche al contributo di chi è per cultura e storia politica di diversa provenienza.
Un rivoluzione copernicana. Il partito più identitario si rivela molto liberal e di ampie vedute.
Una sorpresa.
Certo, queste sono solo delle enunciazioni. Importanti e significative, ma soltanto buoni propositi. Ora bisognerà sostanziarli con i fatti.
Molto dipenderà anche dall’atteggiamento delle altre forze dell’opposizione. Ad oggi la diffidenza prevale sulla predisposizione all’unità. Il partito della Meloni non è amato. Viene percepito come un avversario piuttosto che un alleato.
Ciò, tuttavia, non toglie che Fratelli d’Italia ha compiuto un gesto importante, che peserà in prospettiva.
Le stesse nomine di Marco Senatore e Gianpio De Rosa avvalorano questa impostazione politica volta al dialogo, all’apertura, alla moderazione. In conclusione, Luigi Napoli ce la sta mettendo tutta. E’ evidente il suo tentativo di accreditarsi come un valido interlocutore. Affidabile, ragionevole, rassicurante.
Stiamo a vedere gli sviluppi.
C’è solo un punto del comunicato, tuttavia, in cui l’avvedutezza politica e linguistica sembra eccessiva. Forse addirittura fuori luogo. E’ il passaggio in cui la nostra città viene definita «mortificata dalle politiche del sindaco Servalli».
Altro che mortificata! Cava è stata devastata dal più sciagurato dei governi municipali. Da quella, cioè, che è stata e continua ad essere la rovinosa gestione del sindaco Servalli.
Tanta moderazione lascia contrariati la stragrande maggioranza dei cavesi. Peggio. Ingenera dubbi e sospetti. Su Servalli, i nostri concittadini esprimono giudizi assai più severi oltre che veritieri.
Su questo aspetto occorre essere netti e trasparenti oltre ogni ragionevole dubbio. In caso contrario, Fratelli d’Italia stenterà ad accreditarsi come partito del cambiamento e dell’alternativa.
Servalli e i suoi hanno fatto troppo male alla nostra città. Non meritano la sia pur minima indulgenza.
Di questo, è meglio farsene una ragione. A meno che non si voglia sprofondare nella melassa della cattiva politica di cui Servalli è il portabandiera.
E questo, sia chiaro, è il maggior pericolo che corre l’intera opposizione metelliana.