E’ scomparso Emilio Prearo, pioniere nella meccanizzazione agricola della “Piana del Sele”
Emilio Prearo è venuto a mancare lo scorso venerdì 17 febbraio. Il funerale si è tenuto sabato 18 febbraio nella Basilica paleocristiana di Paestum.
Alle figlie Marisa e Silvana, al genero Enzo Di Lucia, alle nipoti Emanuela e Federica, e alla sorella Lucia va il sentito cordoglio del Direttore e della redazione di Ulisse on line
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Nell’immediato dopoguerra l’intera area della pianura alla sinistra del Sele viveva, come d’altronde l’intero Sud, ancora in uno stato di arretratezza economica e tecnologica.
La meccanizzazione, in tutti i settori, nel Nord si sviluppava rapidamente mentre nel Sud, l’economia tipicamente agricola, si basava esclusivamente sull’impiego di lavoro manuale.
Negli anni ’40 si da avvio alla coltivazione delle terre alla sinistra del Sele. I problemi legati all’agricoltura sono infiniti ma la cosa più dura è il lavoro pesante carente di impianti meccanizzati e praticato ancora con l’utilizzo di buoi e rudimentali attrezzi.
Figlio delle due terre, di padre, Mario, veneto, e di madre, Sofia, salernitana, Emilio Prearo appena adolescente già lavora nell’azienda paterna “ Officina Meccanica Agricola” nata nel 1922.
Emilio Prearo, anche se invogliato a studiare, è colpito dal lavoro degli agricoltori e trascorre molto tempo con loro per capire le difficoltà incontrate nelle coltivazioni per poi trovare delle soluzioni.
Dall’attenta analisi e dalle ottime capacità del giovane nascono i primi attrezzi agricoli per la maggior parte modifiche alle attrezzature rudimentali in uso e parti di supporto ed integrazione sugli stessi.
Nel 1947 Emilio Prearo crea il primo “assolcatore” applicato prima ai buoi e poi al trattore. A differenza dell’aratro l’assolcatore viene utilizzato principalmente nei campi di carciofi. Esso, oltre a segnare il solco, soddisfa l’esigenza di rimandare la terra su ambo i lati delle colture. Sono gli anni in cui la famiglia Voza inizia la coltivazione di carciofi nell’area pestana e sono anche gli anni in cui l’Ente Riforma inizia a fornire attrezzi prodotti nelle industrie del Nord.
Tuttavia gli attrezzi agricoli provenienti dal Nord spesso non si adattano alle condizioni del nostro terreno e molto spesso necessitano di modifiche sostanziali per il loro impiego. L’Ente Riforma sottoscrive una convenzione con l’unica officina sul territorio in grado di apportare modifiche meccaniche all’attrezzatura fornita. E’ l’Officina Agricola di “Prearo Mario e Figlio” che lavora in quegli anni con forniture per circa 200 agricoltori.
Nel 1970 Prearo Emilio crea un altro attrezzo: “l’Erpice Rigido”. Attrezzo che viene utilizzato dopo l’aratura per rompere le zolle ed appianare il terreno. I vantaggi offerti da questo nuovo attrezzo sono enormi. A differenza degli erpici utilizzati fino ad allora esso risolve problemi di tempo ( 3 ore per la sostituzione della dentellatura ferrata contro le tre giornate necessarie precedentemente)
Nel 1956 Emilio Prearo inventa la prima “Imballatrice Meccanica”. Nel 1958 il Ministero dell’Industria e del Commercio concede a Prearo Emilio il Brevetto di Invenzione Industriale. Anche questa invenzione risolve enormi problemi del settore agricolo. Siamo di fronte ad un attrezzo meccanico che sostituisce la vecchia “Pressa Raccoglitrice”, struttura il legno che necessitava del lavoro di 4 persone e che era difficile da spostare da un luogo ad un altro.
L’Imballatrice Meccanica, fornita di ruote, si può trasportare facilmente da un luogo ad un altro come un carrello ed il lavoro pesante svolto da 4 persone è realizzato meccanicamente con l’impiego di due persone.
Nel 1973 Emilio Prearo integra l’attività di officina agricola con l’attività rivolta alla vendita di macchine e motocarri agricoli e ciclomotori. A seguito di rapporti con la Piaggio ottiene la concessione per la vendita di ciclomotori e motocarri della nota casa produttrice su una vasta area territoriale che comprende tutti i comuni a sud di Salerno fino a Sapri. Nasce la Concessionaria Piaggio “Euromotor”.
Continua comunque a portare avanti la sua passione per il settore agricolo e negli anni ’80 inventa “l’Airone”, macchina utilizzata per il trasporto delle colture dai terreni alla strada. A differenza delle macchine utilizzate fini ad allora questa nuova invenzione consente di essere utilizzata su qualsiasi tipo di terreno sia esso fangoso che asciutto. Inoltre la specifica di questa macchina agricola consiste nel consentire l’adattamento dell’asse posteriore alla larghezza del solco oltre al ribaltamento dell’intero cassone per scaricare il raccolto.
Negli anni ’90 si dedica allo studio di un attrezzo a sostegno delle produzioni biologiche ed inventa “Grass Eater” una apparecchiatura in grado di sostituire i diserbanti con un sistema rotante di eliche in ferro “mangia erba” per le colture di cavolfiori e carciofi.
Fino al 2001, anno di cessione dell’azienda all’omonimo socio, è stato interlocutore dei vertici della Piaggio per la risoluzione di problemi e difetti tecnici e meccanici sui veicoli prodotti.
Sul territorio è stato un riferimento del settore meccanico sia per l’utenza del motocarro Ape che per i giovani motociclisti.