Cava de’ Tirreni, a colloquio con Maria Di Serio: “Cava oggi? E’ una città alienante”
Oggi è la volta di Maria Di Serio, una cavese, che ha saputo sempre coniugare, anche fuori dalle mura cittadine, politica e cultura...
Ulisse on line anche nel nuovo anno continua il suo viaggio con una serie di interviste sulla vita politica locale e sulle prospettive della nostra città.
Oggi è la volta di Maria Di Serio, una cavese, che ha saputo sempre coniugare, anche fuori dalle mura cittadine, politica e cultura. Archeologa, formatrice, attualmente insegna lettere al liceo scientifico “Genoino” di Cava de’ Tirreni.
Maria Di Serio ha rivestito ruoli politici e sindacali locali e nazionali: con i Verdi tra gli anni ’80 e ’90, entrata poi in CGIL nella categoria dei lavoratori atipici (interinali, partite I.V.A., co.co.co.), il NIDIL CGIL, della quale è stata segretaria generale provinciale è segretaria d’organizzazione nazionale. Prima donna a ricoprire il ruolo di segretario generale della Camera del Lavoro della CGIL di Salerno. È stata attiva tra la fine degli anni ’80 e gli anni ’90 nel mondo del volontariato sociale ed ambientalista. Attualmente è componente del direttivo regionale di Art.1 MDP, nella Vice Presidenza del Comitato provinciale ANPI Salerno e vice presidente dell’associazione Memoria in Movimento.
“C’è una forte frattura fra la città e tutta la sua rappresentanza politica”
Un aggettivo per definire lo stato attuale della città?
Alienante.
E perché?
Perché si avverte forte una frattura fra la popolazione nella sua via quotidiana e la sua rappresentanza politica. Tutta.
Cosa serve alla città per voltare pagina?
Ritrovare proprio quello spirito di rappresentanza, che non significa solo essere presente tra gruppi di elettori, ma ascoltare i cittadini, interpretarne i bisogni, elaborare proposte che si traducano velocemente in azioni concrete.
“La politica cittadina è impantanata”
Un giudizio sulla politica cittadina in generale?
Impantanata. Purtroppo questo dipende da tanti fattori, lo stato della nostra città non è, appunto, alieno da troppi anni di tagli agli enti locali. Ma investimenti pregressi sbagliati e la difficoltà di gestione delle ricadute del depauperamento delle risorse hanno, di fatto, bloccato la città.
E sull’operato dell’Amministrazione Servalli?
Non so davvero, visto lo stato di cose, se vi fosse possibilità reale di interventi realmente efficaci. La sensazione è che vi siano stati, talora, interventi a rappezzo, improvvisati, senza una visione più complessiva, che, temo, abbia fatto perdere di vista un piano generale di sviluppo per la città, con relativa capacità di intercettare fondi che avrebbero portato progettualità e azioni.
E sul ruolo svolto dalle opposizioni?
E’ vero che la legge non dà molto spazio, ma, se io avessi avuto un’idea di costruzione di percorsi per Cava, non avrei perso occasione per segnalarla, sottolineando mancanze e inefficienze.
E poi non ho ben capito se tutti leggono tutti gli atti dell’amministrazione, o ne abbiano consapevolezza.
“Necessaria un’offerta culturale, la movida rischia di finire”
Guardando in prospettiva, alle prossime elezioni comunali, cosa immagina e auspica?
Ovviamente, da donna di sinistra, immagino un’alleanza di donne e uomini che si voglia impegnare a servizio dei cittadini, salvaguardando chi ha maggiori difficoltà. Ma anche scrollarsi di dosso il torpore dei portici e l’Abazia che attirano a prescindere: percorsi di rivalutazione del nostro patrimonio architettonico, artistico, ambientale, culturale in genere non sono solo auspicabili, ma necessari. Non siamo una città a vocazione industriale, ma abbiamo il dovere di difendere quello che ancora c’è sul territorio. Nel contempo, se come visto questa estate, tanti turisti hanno scelto di soggiornare a Cava, va fatta anche un’offerta culturale di supporto, parallela a quella che i residenti si aspettano per la nostra cittadina.
La movida rischia di finire: non ci culliamo sui locali pieni nel fine settimana.