Cava de’ Tirreni, vicenda Vuolo-Senatore-Siamo Cavesi: deponete le armi!
Insomma, un chiarimento è possibile ed auspicabile. Se intemperanze ci sono state, basta riconoscerle. In fondo, la politica non va vissuta
La vicenda giudiziaria che vede protagonisti l’avvocato Alfonso Senatore e l’eurodeputata Lucia Vuolo da un punto di vista giornalistico diventa sempre più ghiotta e interessante.
E’ però, al contrario, per chi scrive, molto spiacevole da un punto di vista umano, in ragione del fatto che coinvolge amici di vecchia data.
E’, infine, a dir poco disdicevole da un punto di vista politico per gli attori dello scontro, ma anche per lo schieramento di cui fanno parte.
Conosco molto vagamente la vicenda giudiziaria e, per quanto mi riguarda, non mi preme affatto apprendere i suoi contenuti e risvolti. C’è solo da osservare che è il caso di deporre le armi ed evitare di fare peggio.
Insomma, un chiarimento è possibile ed auspicabile. Se intemperanze ci sono state, basta riconoscerle. In fondo, la politica non va vissuta come una sfida all’O.K. Corral. La politica non è un’arena per gladiatori, bensì uno spazio dove esercitare l’arte della mediazione. Sì, perché soprattutto quando si è nella stessa area politica, lo sforzo deve essere sempre quello di ricercare le ragioni per cui stare insieme e non i motivi per darsi battaglia.
L’auspicio, per farla breve, è che dopo questa secca precisazione di Siamo Cavesi non si inneschi una reazione a catena. A chi gioverebbe una nuova, eventuale virulente polemica? Non certo ai protagonisti di una ennesima diatriba.
L’auspicio, però, è anche che chi può si adoperi per acquietare gli animi facendo prevalere la ragione.
In conclusione, si attendono conciliatori per rinfoderare le armi e fumare il calumet della pace.