Cava de’ Tirreni, Luigi Petrone annuncia la sua candidatura a sindaco con un “volemose bene”
Come notizia non è un granché. Non fosse altro perché nessuno in città ha mai pensato che Petrone non fosse ancora candidato sindaco
Con un messaggio augurale natalizio, Luigi Petrone, il mitico Fra Gigino, annuncia la sua candidatura a sindaco di Cava de’ Tirreni. Per meglio dire, la sua ricandidatura a sindaco per il movimento “La Fratellanza”.
Come notizia non è un granché. Non fosse altro perché nessuno in città ha mai pensato che Petrone non fosse ancora candidato sindaco. Anzi, buona parte dei cavesi, compreso chi scrive, ritiene che se si votasse oggi per le comunali, Petrone verrebbe eletto sindaco al primo turno. A furor di popolo. Non tanto per merito suo, ma soprattutto per demerito degli altri. A cominciare dal sindaco Servalli e dalla sua disastrosa e fallimentare (non solo da un punto di visto finanziario) Amministrazione comunale. E per lo stato semi-comatoso in cui versa il centrodestra metelliano.
Ad ogni modo, qualora ce ne fosse stato bisogno, l’annuncio della candidatura di Petrone è, diciamo così, uno dei pochi elementi di chiarezza. Un candidato sindaco certo c’è. E’ forse un po’ troppo presto, ma c’è.
Oddio, ci sarebbe pure la candidatura dell’avvocato Fabio Siani, di Fratelli d’Italia e di una associazione politico-culturale. Un nome eccellente e di notevole spessore politico, quello di Fabio Siani, ma la sua sembra essere una candidatura in controluce. Come dire, c’è e non c’è, allo stesso tempo. Anzi, senza voler essere maliziosi, la sensazione è che quella dell’amico Fabio potrebbe essere una candidatura buone per più di una soluzione. Di destra, di centrodestra, civica e perfino di centro aperta al contributo di destra e sinistra. Potremmo, anzi, definirla una candidatura a sindaco politicamente multitasking. Non fosse altro per il valore intrinseco di Fabio Siani, un cavallo di razza su cui puntare a prescindere.
Ma torniamo al nostro Luigi Petrone, il quale in questo messaggio natalizio veste i panni di don Sturzo e si rivolge a tutti gli uomini liberi e forti. Il clima natalizio, però, fa a cazzotti con la politica, tant’è che Petrone alla fine pecca di un eccesso di ecumenismo, buono per l’altare ma non per governare la città.
In effetti, l’appello ai cavesi di Petrone è intriso di tanta buona volontà e sani sentimenti, ma politicamente è generico. Siamo al volemose bene, poi non c’è altro.
Ad ogni modo, c’è tutto il tempo per chiarire qual è il progetto di città, i contenuti programmatici, i criteri di selezione del personale politico. Insomma, passato questo periodo festivo, dopo le zeppole, il panettone e le tombolate, di certo Petrone ci dirà qualcosa di politicamente più circostanziato. E’ una persona intelligente, vivace, versatile e molto reattiva. E’ indubbiamente una risorsa per l’asfittico panorama politico cittadino, quantomeno costringerà gli altri a misurarsi e confrontarsi. E questo è di per sé un bene dopo che Servalli e soci hanno contribuito a narcotizzare una città un tempo frizzante e piena di vita come Cava de’ Tirreni.
A Luigi Petrone, cui va da sempre la mia simpatia ed affetto a prescindere da ogni altra considerazione, mi permetto solo di suggerirgli di distinguere la fede dalla politica. Per farla breve, di togliersi definitivamente il saio se vuol fare politica e governare una comunità.
Come insegnava un maestro insuperabile come don Luigi Sturzo, “il cattolicesimo è religione, è universalità; il partito è politica, è divisione”.
Auguri.