scritto da Paolo Landi - 17 Dicembre 2022 09:20

L’ANGOLO DELL’ANIMA Christmas Blues

Per molte altre persone invece, quello delle festività natalizie non è un periodo semplice da affrontare ma una condizione di

Il Natale si pone come grande amplificatore di emozioni (positive e negative) che irrompe nel nostro equilibrio. Molti di noi vivono questo evento con serenità e gioia, non vedendo l’ora che il Natale arrivi.

Per molte altre persone invece, quello delle festività natalizie non è un periodo semplice da affrontare, ma una condizione di stress emotivo e malinconia che pervade l’anima.

Principalmente accade in quegli individui che, avendo degli aspetti irrisolti, conflittuali e del tutto assenti nelle relazioni interpersonali familiari, possono far fatica a sintonizzarsi emotivamente con questo periodo dell’anno. 

Ciò potrebbe provocare sensazioni di fastidio, repulsione, apatia e ansia verso l’evento Natalizio, come se fosse una vera e propria percezione angosciante riunita a volte, ad una deflessione del tono dell’umore.

In queste persone è il sentimento di appartenenza ad essere logorato, fino a far vacillare le proprie credenze; di conseguenza l’evento Natalizio diviene un evento stressante, che fa sentire inadeguati poiché la tristezza provata non è in linea con la felicità che la società ci chiede.

E così questa festa può rivelarsi un’occasione per spiacevoli sensazioni di solitudine e di vuoto difficili da colmare.

È chiaro come questo malessere possa essere dato, non solo da disagi del presente ma anche da situazioni irrisolte del passato.

La tristezza da Natale, che viene definita Christmas Blues, ha una durata assolutamente soggettiva, può andare da qualche giorno in piena festività oppure interessare totalmente il periodo delle festività fino al successivo anno, quando vengono ripresi gli abituali ritmi di vita che acquietano il nostro mondo psichico interno.

Le persone maggiormente vulnerabili sembrano essere quelle che tendenzialmente non hanno molti contatti sociali e affettivi, quelle coinvolte da problemi oggettivi di lontananza dalle persone care; chi ha vissuto episodi negativi importanti (come un lutto, una separazione, un tradimento, un problema coniugale) e chi è già predisposto ad aspetti clinici depressivi a prescindere dalle festività. Inoltre il Christmas blues o Depressione natalizia è direttamente collegata al periodo festivo: un vero e proprio “tour de force” di convenzioni sociali e festeggiamenti “obbligati” che, per alcuni, porta con sé ansia, insonnia, crisi di pianto, pensieri negativi, anedonia. Sintomi questi che non si discostano da quelli della depressione comune.

Insomma, un malessere diffuso che teniamo spesso nascosto, in una società in cui a Natale l’allegria è quasi d’obbligo.

Lo stato malinconico inoltre è facilitato anche dai concomitanti cambiamenti stagionali quali la diminuzione delle ore di luce e il calo della produzione di serotonina, che possono incidere ulteriormente sullo stato di tristezza.

Teniamo presente però che, essere tristi e malinconici a Natale, non indica che siamo sbagliati o inadeguati ma ci ricorda che siamo esseri umani complessi con una propria individualità e storia di vita.

Un buon orientamento comportamentale potrebbe suggerire prima di tutto:

  • la fermezza a concentrarsi su ciò che ci fa stare bene, dedicandosi a quelle attività piacevoli che aumentano lo stato di benessere mentale e fisico;
  • allontanarsi da ciò che ci stressa e ci fa stare male, dalle aspettative e convenzioni sociali: limitando quelle attività che facciamo per “obbligo natalizio” (doni, visite, pranzi etc.) imparando a “dire di no” agli incontri con persone che sappiamo ci provocheranno malumore e aumentare gli incontri gradevoli;
  • provare a coccolarsi; 
  • approfittare del tempo libero delle vacanze per dedicarsi a quei progetti lasciati in sospeso, portando così avanti pezzi della propria vita;
  • dedicarsi al riposo: i giorni di festa infatti possono rappresentare l’occasione per riposarsi e dormire di più;
  • coltivare le relazioni: mantenere vivi i contatti con le persone alle quali teniamo, anche a distanza, ci fa sentire meno soli e aiuta l’umore.

E soprattutto, in particolare, la propensione ad ascoltare ed accogliere le proprie emozioni. Il fatto che in un clima festoso ci si senta tristi o malinconici non significa che siamo “sbagliati” o che ci dobbiamo sforzare per uniformarci al contesto. Al contrario, ascoltare la nostra tristezza e cogliere il significato del nostro Christmas blues può essere per noi prezioso, cercando di parlare della propria depressione natalizia per sperimentare condivisione, lenire il senso di solitudine e sviluppare resilienza.

Direttore La città della luna- cooperativa sociale. Psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale dr.paololandi@gmail.com www.paololandipsicologo.it 3939366150

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