Maurizio Gasparri nei panni di padre nobile del centrodestra nell’era della Meloni
Queste mie convinzioni hanno trovato una autorevole conferma nella serata di ieri intervistando il senatore Maurizio Gasparri
Sono tra quelli che ha sempre ritenuto indispensabile il rinnovamento della classe politica. In altre parole, dare spazio ai giovani per dare loro l’opportunità di maturare esperienza e crescere. Che è cosa assai diversa dal nuovismo. Allo stesso modo, forse proprio per questo sono stato oltremodo convinto del ruolo prezioso giocato dall’esperienza e di quanto possano tornare utili quelli che ne hanno vista di acqua passare sotto i ponti.
Queste mie convinzioni hanno trovato una autorevole conferma nella serata di ieri intervistando il senatore Maurizio Gasparri. Lo conosco da un po’ e mi ha colpito una serenità di fondo di cui è perfettamente consapevole. E’ rimasto, sia chiaro, un iperattivo con mille interessi, ma l’esperienza maturata in trent’anni di vita parlamentare gli dà una marcia in più. Quella di vedere le vicende politico-istituzionali con distacco, senza quell’affanno di affermarsi che spesso annebbia la mente e rende inquieto il cuore di chi fa politica.
E’ questo invidiabile, personale background che gli consente di consigliare alla giovane premier Meloni, proveniente dalla sua stessa matrice politico-culturale, di essere più inclusiva e più aperta, ricordandole che governare è cosa diversa dallo stare all’opposizione. Ma anche di quanto il voto espresso dagli italiani sia negli ultimi tempi particolarmente volatile. Renzi nel 2014, infatti, prese il 40% dei consensi, come Grillo nel 2018 ne ebbe il 34% come Salvini poi sempre il 34% un anno dopo. Nulla di più effimero. Tutto questo patrimonio elettorale è stato disperso. Da qui il monito di Gasparri alla Meloni: nel momento della gloria ricordarsi dell’umiltà e dell’inclusione. Precisando che questo aspetto deve essere ancora messo a punto dalla premier.
L’impressione è che ormai Gasparri si trovi a suo agio nell’indossare i panni del padre nobile di Forza Italia, ma più in generale del centrodestra, anche in questa versione rivisitata in ragione dell’ultimo esito elettorale, ovvero di destra-centro.
E’ sinceramente oltre che palesemente convinto quando dichiara di non nutrire particolari ambizioni e che l’esperienza serve per risolvere i problemi nel governo e in parlamento. E noi, chiarisce Gasparri, siamo qui per dare una mano.
E’ in questa ottica che invita i più giovani del centrodestra a non mordere il freno, spiegando che che nell’era dell’improvvisazione l’esperienza serve moltissimo.
Come dargli torto?
La musica di Gasparri non cambia anche quando parla di Cava, spiegando che la soluzione va trovata sul territorio e non dall’esterno, mettendo in campo molta umiltà e senza farsi tarpare le ali dai troppi egoismi. Insomma, anche nella nostra città il senatore Gasparri potrebbe giocare un ruolo decisivo nella ricerca nel centrodestra metelliano di un equilibrio politico elettoralmente vincente.
In conclusione, la ricetta politica di Maurizio Gasparri si fonda essenzialmente su quattro “principi attivi”: pazienza, moderazione, umiltà, inclusione.
Impossibile non condividere.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che, come diceva Pitigrilli, si nasce incendiari e si muore pompieri.
Giusto, ma soprattutto di questi tempi, sempre meglio un pompiere che un pericoloso incendiario.