Cava de’ Tirreni, i telefonini dell’Ausino: l’assenza di trasparenza di Servalli & C.
Cava de' Tirreni, i telefonini dell'Ausino: l'assenza di trasparenza di Servalli & C.
La vicenda dei telefonini acquistati dell’Ausino, denunciata dal consigliere comunale Marcello Murolo, ha un retrogusto amaro. Ha il sapore di una vicenda poco chiara, dove la reticenza è la spia di qualcosa di ingombrante che imbarazza. Un po’ come essere stati sorpresi con le dita nella marmellata.
Sia chiaro, non c’è da scandalizzarsi se un ente pubblico, o una società di capitale interamente pubblico come l’Ausino, fornisce dei telefonini, così come ogni altro supporto tecnologico, al proprio personale. Anzi, ciò è funzionale al buon andamento dell’attività dell’ente o società in questione. Questo, però, non toglie il fatto di restare quantomeno interdetti dall’acquisto di telefonini particolarmente costosi. Di questi tempi, poi. E, per fare cosa?
Ad ogni modo, non è escluso che ci siano state delle buone ragioni. Per carità, tutto può essere. Quel che è sconcertante, ma anche intollerabile, è l’assenza di una risposta ad un’interrogazione di un consigliere comunale. E’ inaccettabile e istituzionalmente indecoroso che su questa vicenda non ci sia stata una risposta da parte dell’Amministrazione comunale. Del sindaco Servalli, in primo luogo.
Cosa si nasconde dietro questo silenzio? Imbarazzo per una spesa ingiustificata o che altro? E’ soltanto una questione di sciatteria istituzionale? O peggio è solo protervia e dispregio per ogni regola di correttezza e trasparenza nell’azione amministrativa?
Chissà. Molto probabilmente, però, questo è un modo d’essere di Servalli e soci. Diversamente non si spiegherebbero molte cose. Ad esempio, che qualche consigliere comunale di opposizione si è visto costretto, in un recente passato, a rivolgersi al Prefetto per avere delle risposte alle proprie interrogazioni. Allo stesso modo, anche se spiace riconoscerlo, diventano comprensibili e giustificabili le denunce che taluni esponenti politici hanno presentato alla magistratura ordinaria e contabile.
Detto questo, se la trasparenza è un optional per l’Amministrazione Servalli, all’Ausino non è il massimo.
Basta vedere un po’ il suo sito istituzionale. Quello del Comune metelliano è un obbrobrio. Inguardabile, obsoleto. Privo di qualsiasi requisito di accessibilità, usabilità…
Quello dell’Ausino è funzionale e moderno, ma spesso è una sfinge. Delibere del Consiglio di amministrazione e dell’Assemblea dei soci così come le Determine dirigenziali aggiornate al 2021. Di questi atti poi, tranne le delibere assembleari, si può scaricare un foglio excel con la sola descrizione dell’oggetto. In pratica, non è possibile la consultazione del singolo atto. Per non parlare poi dei consulenti e collaboratori, il cui elenco fermo a marzo 2018. Difficile pensare che in questi ultimi, circa cinque anni non ci siano stati altri incarichi di consulenza e collaborazione. Tirando le somme, tutto ciò non è certo il massimo della trasparenza.
Ad ogni modo, la vera questione di questa vicenda dei telefonini è di natura etica e politica. A ciò non sfugge nessuno dell’attuale governance dell’Ausino. Figurarsi il sindaco Servalli e la sua maggioranza.
Questo è. Tuttavia, a parte la vicenda dei telefonini, le opposizioni farebbero bene ad aprire gli occhi. Ora che hanno pure la disponibilità di qualche gettone in più di presenza (sic transit gloria mundi), dovrebbero essere meno distratte. Prestare quindi molta più attenzione alla gestione dell’Ausino. Porre cioè in essere un’attività di controllo e di vigilanza più rigorosa e stringente. Nell’interesse dei cittadini. In particolare, di noi cavesi, più di altri vessati come utenti e tartassati quali contribuenti dal nostro Comune.
A cominciare dai concorsi attualmente in atto all’Ausino, ma di questo prossimamente di certo avremo modo di parlarne.