Un calcio all’Iran degli ayatollah
Un calcio all'Iran degli ayatollah
Dallo scorso mese di ottobre è ripresa la pubblicazione della rubrica Cornetto e Caffè curata dal nostro Direttore. Saranno commentati di volta in volta, in poche righe, temi e fatti di attualità. Dalla politica all’economia, dalla cultura al costume, dal lavoro alla scuola, dalla società allo sport.
In un mondiale di calcio dove la fanno da padrone il danaro del Qatar e l’ipocrisia spocchiosa della Fifa, si è vista una prova di coraggio senza precedenti. E’ quella dei calciatori della nazionale iraniana che per protesta contro il regime degli ayatollah non hanno cantato l’inno nazionale. Continua infatti nel loro paese la rivolta, guidata soprattutto dalle donne, contro la dittatura teocratica innescata dall’uccisione di Mahsa Amini, arrestata e picchiata a morte lo scorso settembre dalla polizia morale. La sua colpa? Non aver indossato il velo in modo corretto tant’è che si vedeva una ciocca di capelli. Da allora proteste continue in tutto il paese e altre 378 persone sono morte nelle manifestazioni, mentre addirittura sei persone sono state condannate a morte. Ora la protesta coraggiosa dei calciatori che, a modo loro, hanno preso a calci la protervia e la violenza repressiva degli ayatollah.