Accade che, quando una emergenza più immediata e significativa si sovrappone ad altre alle quali ci si è assuefatti, nella maggior parte dei casi essa mette in cantucci seminascosti le altre che finiscono per essere quasi ignorate.
E’ ciò che sta capitando in questo periodo; la guerra Russia-Ucraina e la tesissima campagna elettorale estiva, hanno relegato in secondo (se non terzo) piano l’emergenza della pandemia derivata dal Covid-19 e da tutte le sue varianti.
Pandemia che non solo non è cessata, ma diventa ogni giorno più attiva e aggressiva per effetto delle varianti che il virus continua a generare.
E’ vero che, grazie ai tanto contestati vaccini, ormai i contagiati non rischiano più come tre anni fa, ma non dobbiamo mai dimenticare che solo nel nostro paese i decessi sono stati, fino a questo momento, circa 179.mila, un numero enorme, superiore persino alle vittime della tragica e sanguinosissima guerra in Ucraina.
Per non dimenticare questa strage silenziosa che ancora continua, facciamo il punto della situazione sulla pandemia.
Il 31 ottobre scorso è stato deliberato dal governo lo stop dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario e delle RSA, lasciando, fino al 31 dicembre, il solo obbligo delle mascherine negli ospedali e RSA per i personale a stretto contatto con pazienti e degenti.
Frattanto alcuni Governatori di Regioni, come in Campania Vincenzo De Luca, hanno autonomamente prorogato alcuni obblighi, come quello di usare le mascherine fino al 30 novembre, salvo ulteriore proroga
E’ vero che si sta andando verso un “liberi tutti”, ma è anche vero che il desiderio di libertà porta a un eccessivo concentramento di persone anche al coperto, e pure a inammissibili assembramenti all’aperto: e ben vengano almeno le mascherine per arginare contagi.
Questa è una delle principali novità del D.L. approvato dal Consiglio dei Ministri, uno dei primi provvedimenti del nuovo governo, che sostanzialmente ha fatto anche decadere l’obbligo di vaccinazione previsto fino al termine dell’anno, anticipandolo al 1° novembre 2022, per il personale esercente le professioni sanitarie, i lavoratori di strutture residenziali, socio-assistenziali e socio-sanitarie e il personale delle strutture che effettuano attività sanitarie e socio-sanitarie.
La decisione di abolire l’obbligo vaccinale, ha spiegato in conferenza stampa la Premier, serve a far tornare al lavoro circa 4mila persone oggi ferme, perché non vaccinate.
In altre parole 4mila persone non lavoravano perché non vaccinate, ma invece di obbligarle a vaccinarsi, le esentiamo: è come tagliare il piede per evitare di curare l’unghia incarnita, bel risultato!
Meno male che, a seguito di una specifica richiesta della “FIMMG – Federazione dei Medici di Medicina Generale” resta l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione individuale.
Queste norme si inseriscono nel solco della nuova strategia del Governo Meloni, che ha già previsto pure la sospensione fino a giugno 2023 delle multe agli over 50 non vaccinati in dispregio all’obbligo.
La campagna vaccinale resta comunque attiva, anche se per la quarta dose si procede su base volontaria; in tutte le Regioni sono aperte le procedure anche per la quinta dose per gli over 80 e pazienti fragili (raccomandata), nonché per il richiamo booster dell’intera popolazione vaccinabile sopra i 12 anni.
A proposito dei bambini, c’è una novità, già nell’aria da qualche tempo; c’è il via libera dell’ “Ema – Agenzia europea del farmaco” alla somministrazione dei vaccini anti-Covid anche ai bambini dai 6 mesi ai 5 anni; in precedenza l’autorizzazione era già stata data dalla “FDA – Food and Drug Administration”, ora si attende solo l’ok di Aifa, L’Agenzia Italiana del Farmaco.
L’ Oms ha censito 400 versioni del coronavirus al momento in circolazione, mentre in Europa si aspetta una nuova ondata trainata dalla variante Cerberus.
Qualche giorno fa l’EMA ha messo in guardia da una nuova ondata di contagi nelle prossime settimane, portata dalle sotto-varianti di Omicron, BQ1 e BQ1.1, che diverranno i ceppi dominanti da metà novembre a inizio dicembre.
Il pericolo maggiore, con l’aumento dei contagi da Covid-19 e la diffusione delle nuove sotto-varianti, è per coloro che non hanno ricevuto il vaccino; Giovanni Migliore, specializzato nel management pubblico sanitario, dal 2021 membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani e Presidente della FIASO – Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, spiega che “Il 33,3% dei ricoverati in terapia intensiva oggi non è vaccinato; gli altri, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno una vaccinazione incompleta oppure ormai datata.
Anche Marco Cavaleri, Capo strategia vaccinale dell’EMA, lo ha confermato, con parole che destano non poche preoccupazioni.
Oggi le varianti Omicron sono ancora dominanti in Europa, ma nuove sotto-varianti stanno emergendo in diverse parti del mondo, e si prevede che diventeranno i ceppi dominanti da metà novembre all’inizio di dicembre.
Non si sa ancora quali saranno le effettive conseguenze, ma si prevede che avranno una maggiore capacità di sfuggire all’immunità della vaccinazione, dall’aver contratto il Covid o dagli anticorpi monoclonali disponibili.
La pandemia quindi è tutt’altro che finita. All’inizio dell’autunno è stato osservato un aumento dei casi e dei decessi nell’Ue: essa resta un’emergenza globale, come ha stabilito l’Oms la scorsa settimana, invitando i cittadini a vaccinarsi ora, soprattutto se la loro situazione sanitaria li espone a un rischio maggiore di gravità: questo è il momento di essere protetti in vista dell’ondata in arrivo.
Cavaleri ha ricordato anche la possibilità di una circolazione contemporanea del Covid e della influenza durante l’autunno e l’inverno, e per questo le persone vulnerabili saranno maggiormente a rischio. Perciò campagne di vaccinazione congiunte, anti-Covid e anti-influenza, sono già in corso in molti Paesi europei.
Secondo Cavaleri, la vaccinazione è tuttora una delle armi più efficaci per proteggersi da entrambi i virus: per questo l’EMA e l’ECDC stanno lavorando con la Commissione europea per migliorare la diffusione della stessa.
L’ECDC è il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, un’Agenzia di sanità pubblica dell’Unione europea (UE), operativa dal 2005. La sua “mission” è proteggere oltre 500 milioni di persone dalle malattie infettive causate principalmente da parassiti e germi (come virus, batteri e funghi). Ha sede a Stoccolma, in Svezia, e impiega circa 300 dipendenti.
Anche Cavaleri ha parlato della vaccinazione per i bambini ricordando che l’Ema raccomanda di vaccinare principalmente i bambini piccoli per proteggerli dal ricovero e dalla morte.
Ma quali sono gli attuali sintomi del Covid-19 e delle sue varianti?
I sintomi del Covid-19 sono sempre più simili a quelli di un comune raffreddore o di un’influenza stagionale.
È questa la conclusione a cui sarebbe giunto un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital, di Harvard e del King’s College di Londra, i quali, attraverso una App di loro creazione, “Zoe Covid Study”, hanno raccolto informazioni sulla sintomatologia di milioni di pazienti risultati positivi al coronavirus negli ultimi tempi.
Ciò che è emerso dall’indagine, riportata anche in un articolo di “Wired”, una rivista mensile statunitense con sede a San Francisco in California fondata a marzo 1993 che si occupa anche di argomenti medici, è che il profilo sintomatologico del virus è ormai cambiato, diventando sempre più simile a quello dei malanni di stagione: i sintomi di perdita di gusto e olfatto (anosmia) sono sempre meno comuni.
Non solo: stando ai dati raccolti si evidenzierebbe una correlazione tra la manifestazione di sintomi diversi e la copertura vaccinale dei pazienti.
Sembra quindi che per poter distinguere il Covid-19 da un banale raffreddamento stagionale sia quanto mai necessario sottoporsi a un tampone.
Ma ai Test sierologici e ai Tamponi rapidi sembra che la popolazione ricorra sempre meno, specialmente in assenza di sintomi sospetti.
Ecco perché è quanto mai opportuno conoscere quali sono i sintomi più frequenti e come cambiano in base alla copertura vaccinale.
Se fino a ieri i sintomi più significativi e frequenti di un’infezione da Covid sono stati la perdita di gusto e olfatto, oggi, stando ai dati raccolti dai ricercatori, il quadro sintomatologico è completamente diverso.
Anche la febbre alta e la tosse persistente sarebbero meno comuni rispetto a prima, sostituiti da mal di gola, naso chiuso e starnuti.
Ciò che ha destato l’interesse dei ricercatori è che tutti i pazienti, vaccinati o meno, abbiano riportato come sintomo più comune il frequente starnutire: non grave di per sé, ma efficace mezzo di diffusione.
Ma come ricorda anche la rivista “Wired”, questo studio in sé ha dei limiti: non è possibile confutare i sintomi descritti dai pazienti, e non è possibile conoscere quale sia la variante di Covid-19 contratta dagli stessi, in attesa di ulteriori ricerche di conferma.
In ogni caso, mentre si attendono altre evidenze scientifiche, davanti a una sintomatologia così comune i ricercatori consigliano di sottoporsi comunque a un tampone Covid e di indossare la mascherina, limitando così il rischio di contagio, specialmente in caso di starnuti.
Comunque i sintomi cambiano anche in base alla copertura vaccinale.
Se gli starnuti frequenti sono stati indicati come sintomo più frequente da ogni tipologia di paziente, è anche vero che, in base alla copertura vaccinale, i ricercatori hanno evidenziato delle differenze.
Vediamo quali.
Per i pazienti che hanno completato il ciclo vaccinale i sintomi tendono a essere di meno e con durata più breve rispetto agli altri e sono principalmente: mal di gola, naso che cola, naso chiuso, tosse persistente e mal di testa. La perdita dell’olfatto (anosmia), la febbre e la mancanza di respiro, sintomi caratteristici del Covid sono rispettivamente al sesto, ottavo e ventinovesimo posto della classifica.
I pazienti che hanno assunto una sola dose del vaccino hanno indicato come sintomi più persistenti: mal di testa, seguito poi da naso che cola, mal di gola e gli starnuti frequenti; tra i sintomi caratteristici del virus l’unico più frequente è la tosse persistente che si trova comunque al quinto posto.
Tutto cambia per le persone non vaccinate, le quali presentano una sintomatologia più simile a quella tipica del Covid; oltre a quelli più comuni come mal di testa, mal di gola, naso che cola, tornano febbre, tosse persistente e la perdita di olfatto.
Ci riserviamo di trattare in un nuovo articolo l’argomento della influenza stagionale e del relativo vaccino, ma vogliamo concludere l’argomento del covid-19 con una acuta riflessione fatta da attenti osservatori in merito ad operatori sanitari schierati, palesemente o di nascosto, contro i vaccini.
L’osservazione riguarda proprio il rifiuto, da parte di questi no-vax, della scienza, come se essi ne sapessero molto più degli scienziati veri, quelli che studiano le medicine, le interconnessioni tra esse e i problemi legati ai medicinali che debbono guarire.
Questi signori sono la negazione della scienza: è possibile tollerare un ignorante influenzato dalla paure espresse da masse di ignoranti, in tanti casi pilotati ad arte, ma non è possibile tollerare che un addetto ai lavori ha omesso di immunizzarsi e il paziente debba fidarsi di lui.
C’è una reciprocità alla quale non si può rinunziare: il comune paziente messo a confronto con un operatore sanitario, deve sapere se potrà avere fiducia nello stesso.
Quindi se un cittadino, rivolgendosi ad un ospedale per una patologia, dovesse affidare la sua vita nelle mani di uno di questi negazionisti, sarebbe pienamente giustificato a rifiutarsi.