Cava de’ Tirreni, Marco Senatore al sindaco Servalli: “Dimettiti… così potremo rieleggerti!”
Cava de' Tirreni, Marco Senatore al sindaco Servalli: "Dimettiti... così potremo rieleggerti!"
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro Direttore,
l’ultima seduta consiliare ha dato un’ulteriore prova della pochezza, politica e non solo politica, di questa Amministrazione comunale nel suo insieme e, in particolare, della figura del sindaco Vincenzo Servalli.
Mi spiego. Aver respinto l’emendamento presentato dall’opposizione per una riduzione del 10% delle spese della politica, cioè il taglio delle indennità del sindaco, degli assessori e di tutti i consiglieri comunali, a favore delle spese per il sociale, dà l’esatta dimensione di quanto questa maggioranza, questo sindaco e questi assessori, siano sensibili esclusivamente al loro portafoglio piuttosto che al disagio dei loro governati. I quali, è bene evidenziarlo, sono vessati, come non mai in questi ultimi tempi. per far fronte ai buchi del bilancio comunale provocati dall’insipienza e dall’incapacità di Servalli & C..
Non è vero quello che ho appena affermato? Bene. Per smentirmi basta poco: fare propria da subito la riduzione delle indennità per devolverlo a favore del sociale, in pratica, di chi vive nel disagio e ha più bisogno della solidarietà pubblica e privata.
Non vorrei ricordar male, ma tu sei stato il primo, qualche mese fa, a suggerire a Servalli e ai suoi, in uno dei tuoi deliziosi editoriali, di ridursi spontaneamente le indennità adducendo, tra l’altro, un motivo di intelligenza politica e di opportunità. In altre parole, un modo per recuperare anche il consenso e un minimo di credibilità. E mostrare così concreta solidarietà rispetto a quanto si chiedeva ai cavesi in termini di aumenti di tariffe, da quelle sportive a quelle per la sosta, dall’asilo nido alla mensa per i bambini, nonché all’aumento massimo dell’aliquota dell’addizionale a favore del Comune.
Sei rimasto inascoltato e non poteva essere diversamente.
Non è solo, infatti, una questione di intelligenza politica e neanche di scarso senso etico, ma di una evidente protervia da parte dell’attuale Amministrazione, che ancora una volta pensa ai propri interessi piuttosto che al bene comune.
La verità la conosciamo. Molti di questi amministratori comunali e diversi loro collaboratori, che ricoprono incarichi in altri enti in nome e per conto del nostro Comune, sono lì per sbarcare il lunario non certo per fare il bene della città. Certo, per carità, tutto legittimo e legale, ma anche tutto scandalosamente vero da un punto di vista politico e morale.
Un altro aspetto da evidenziare riguarda esclusivamente il nostro primo cittadino, il quale pare convinto, qualora ci fosse la possibilità di un terzo mandato, di una sua rielezione ritenendosi ancora “amato” dall’elettorato cavese.
Ho l’impressione che si sbagli, anche di grosso. Viene da chiedersi, è un folle o sta mentendo? Mi fa piacere pensare che non sia né malato di mente né bugiardo. Molto probabilmente, più di chiunque di noi, comune mortale, ha contezza dei veri sentimenti popolari. A suo favore, ovviamente. Voglio dire che ha degli elementi per pronunciare certe affermazioni. Magari avrà commissionato un sondaggio. Da qui, quella che allora non è una percezione, come la nostra, ma una conoscenza scientifica della realtà cittadina.
Se è così, mi permetto di dare un consiglio non richiesto al sindaco Servalli. Perché non fa la prova del nove? Mi spiego subito. Il prossimo febbraio perché non si dimette? Così, non avendo superato la soglia della metà del suo secondo mandato, può ricandidarsi nuovamente nella prossima primavera. In questo modo, se risponde al vero quello che ha dichiarato in Consiglio, potrà essere rieletto per completare il secondo mandato. In pratica, potrebbe restare primo cittadino fino al 2028 e magari, se cambierà la legge e potrà ripresentarsi per un eventuale terzo mandato, in caso di nuova rielezione resterà sindaco fino al 2033. In altre parole, resterebbe sindaco fino all’età per andare in pensione.
Speriamo che mi dia ascolto. Almeno così verificheremo quanto davvero i cavesi lo amino e siano pronti a rivotarlo.
Anche questo mio modesto consiglio, caro Direttore, resterà però inascoltato. In fondo, lo hanno capito tutti, cavesi e non, che su quella poltrona Servalli è incollato con la più potente delle colle adesive in commercio. Non si smuoverà di lì fino a quando, per legge e suo malgrado, sarà costretto ad alzarsi e come Lazzaro andare via sulle sue gambe.
Altro che dimissioni e prova del nove!
Un caro saluto,
avv. Marco Senatore
coordinatore provinciale Meridione Nazionale