Cava de’ Tirreni, Giuseppe Benevento: una risorsa per la città se…
Cava de' Tirreni, Giuseppe Benevento: una risorsa per la città se...
Quest’oggi il nostro giornale ha pubblicato l’intervista ad un esponente politico, cavese e pentastellato, protagonista in questa campagna elettorale: Giuseppe Benevento. Candidato nel nostro collegio uninominale per la Camera dei deputati, l’ingegnere Benevento ha ricevuto un barca di voti. Grosso modo quelli avuti dal pidiessino Fulvio Bonavitacola, il viceré di De Luca. Per intenderci, Davide contro Golia.
Giuseppe Benevento, però, come politico e come persona non è una sorpresa per chi scrive. Anzi, in una mia Giunta muncipale ideale, il nostro ci sarebbe di sicuro. Ha, a mio modesto avviso, i requisiti necessari. Competenza, equilibrio, sobrietà, signorilità ed onestà.
Sia chiaro, a me i pentastellati non mi hanno mai convinto come forza politica. Anzi. E l’ex premier Conte è tra quei politici che più di altri mi fanno venire l’orticaria.
Ciò detto, Giuseppe Benevento è senza alcun dubbio una risorsa per la nostra città e gran parte di quanto ha dichiarato nell’intervista pubblicata oggi va sottoscritto ad occhi chiusi.
Alcuni passaggi delle sue dichiarazioni vanno anzi evidenziati e tenuti in debita considerazione. A cominciare da quello in cui denuncia che la politica cittadina è tuttora troppo ancorata alle clientele. Vivaddio, finalmente c’è qualcuno che dice le cose come stanno. Come se il clientelismo fosse una patologia defunta con la fine della prima repubblica. Con i democristiani e i socialisti. Al contrario, nella nostra città e in generale nella Campania deluchiana la politica è fatta soprattutto di clientelismo.
Una riprova di ciò lo danno proprio i diversi esiti elettorali delle ultime due consultazioni. Due anni fa, nella nostra città, i cinque stelle, proprio con il candidato sindaco Benevento, ebbero appena mille voti. Oggi, invece, seimila voti. A quanto pare, questo lievitare di voti per i cinque stelle alle politiche è avvenuto grazie al reddito di cittadinanza. In pratica, una sorta di volto clientelare a favore dei pentastellati. In larga parte, di sicuro è così. Inutile negarlo. Vale però anche il discorso all’inverso. Alle comunali il voto al Movimento scompare a vantaggio di altri, nel nostro caso di chi gestisce il potere. Forse perché per l’elettorato incidono il clientelismo in sede locale o quanto meno le promesse e/o la speranza di ottenere qualche favore.
Fatto sta che Benevento ha le idee chiare quando afferma che la nostra città “ha bisogno di una scossa profonda devono venire fuori le migliori energie della città e alcuni figuri devono essere messi da parte. I Cavesi devono puntare sulle competenze che ci consentano di tirarci fuori dalle paludi in cui siamo incagliati da qualche anno. Soprattutto si deve puntare su persone che non vivono di politica”. C’è poco da commentare. C’è solo da plaudire.
E dice bene quando dichiara che quello che “manca è un aggregatore, una personalità stimata in città che decida di mettersi in gioco al servizio della collettività”.
In conclusione, pur nella consapevolezza che non è facile il confronto politico con il Movimento Cinque Stelle, l’impressione è che Benevento possa essere un valido interlocutore. A patto, ovviamente, di smussare gli angoli e di non restare prigioniero di un radicalismo dal sapore giacobino. Ciò nella prospettiva di mettere a punto una proposta politica alternativa non tanto e non solo all’attuale maggioranza, ma a tutto ciò che sa di vecchio e superato.
L’auspicio, però, è che sia Giuseppe Benevento a prendere quanto prima l’iniziativa politica. Insomma, a farsi parte diligente, senza attendere di essere chiamato in causa da altri. A dettare lui i tempi, modalità e condizioni. A non restare alla finestra ad aspettare il bell’innamorato. D’altro canto, con i voti ottenuti domenica, ha il dovere oltre che il diritto di farlo.