Cava de’ Tirreni, l’avvocato Marco Senatore sui parcheggi: “Una città con troppe strisce blu fuorilegge”
Senatore: “E’ paradossale che le strisce blu autorizzano soste in zone vietate che vengono, viceversa, sanzionate laddove non ci sono”
Ormai da mesi a Cava de’ Tirreni non si parla d’altro. La protesta contro le strisce blu e l’aumento delle tariffe non si placa. Dopo la petizione dei commercianti, fortemente penalizzati dalla decisione presa dall’Amministrazione comunale, e le forti contestazioni dei residenti che hanno visto aumentare l’abbonamento della sosta annuale fino al 500%, appare destinata ad allargarsi la mappa delle aree di sosta a pagamento anche in zone dove fino ad ora non erano mai state presenti.
Le strisce blu restano al centro di polemiche e contenziosi anche in relazione alle poche strisce bianche, quindi dove non occorre pagare per la sosta, peraltro distribuite quasi sempre dove conviene a Metellia e non in modo coerente rispetto alle zone a pagamento.
Del tema ne parliamo con l’avvocato cavese Marco Senatore, coordinatore provinciale di Meridione Nazionale, già amministratore comunale di Cava de’ Tirreni, il quale da subito mette in rilievo l’illegittimità della metodologia di applicazione delle zone blu.
“Ciò che indigna i cittadini in queste ultime settimane non è solo l’aumento delle tariffe dei parcheggi a pagamento per rimpinguare le asfittiche casse comunali – afferma l’avvocato Senatore – ma anche il mancato rispetto del Comune delle normative che regolano l’istituzione delle strisce blu: vale a dire riservare adeguate aree a parcheggio libero, nelle immediate vicinanze di quelle blu”.
“In base all’articolo 7, comma 8 del Codice della strada– prosegue Marco Senatore – i comuni italiani hanno diritto ad istituire le ‘zone di parcheggio a pagamento’, chiamate anche ‘zone blu’, o “custodite” ma, al contempo, è altrettanto chiaro che “l’esercizio del parcheggio a pagamento può però essere istituito unicamente nel caso in cui davanti le strisce blu, o perlomeno nelle vicinanze, vi sia un’adeguata area” riservata a “parcheggio senza custodia o dispositivi di controllo”.
“La circolare ministeriale n. 1712 del 30 marzo 2012 ha confermato tale impostazione –argomenta l’avvocato Senatore- dunque, non solo non è chiaro il perché tali strisce bianche non siano presenti in prossimità di quelle blu, ma anche perché nelle aree di sosta dove insiste il parcometro, il cosiddetto “dispositivo di controllo”, che incassa la somma dovuta per la sosta a tempo di un veicolo sostituendo in via elettronica un parcheggiatore autorizzato (art. 7, comma 1, lettera f, del codice della strada), viene specificato “parcheggio a pagamento non custodito” nonostante la presenza costante di ausiliari pronti a multare al minimo ritardo”.
“ Il TAR Liguria –evidenzia Senatore- ricorda che per aumentare le aree di sosta a pagamento servono ordinanze motivate”.
L’avvocato Senatore, poi, completa le sue riflessioni: “In tempi di crisi i Comuni tentano diverse strade per fare cassa e, tra le varie cose, puntano spesso sulle aree di sosta a pagamento. A tal proposito, però, dal TAR Liguria arriva un importante monito: l’aumento delle strisce blu non può prescindere da analisi specifiche dei flussi di traffico cittadini e dell’utilizzo delle strutture.Con la sentenza numero 95/2017 del 10 febbraio, il Giudice amministrativo ligure ha più in particolare ricordato che i provvedimenti emanati dai Comuni per la regolamentazione della circolazione devono essere contenuti all’interno di ordinanze motivate, con la conseguenza che, se ne ricorrono i presupposti, il giudice amministrativo può sindacarle nonostante l’ampia discrezionalità di cui godono le amministrazioni in materia”.
Le considerazioni di Senatore puntano sul dato di fatto che gli stalli di sosta a pagamento, nelle aree urbane, sono consentiti nelle sole aree di parcheggio, a parte un’eccezione praticamente inapplicabile contenuta nell’art. 6, co. 4 lett. d) del Codice della Strada (“…per motivi di sicurezza pubblica o inerenti alla sicurezza della circolazione di tutela della salute, nonché per esigenze di carattere militare…”).
Eppure i Comuni, violano regolarmente la normativa. Fornendo brevemente alcune importanti definizioni per meglio comprendere l’argomento, la strada è composta dalla carreggiata (su cui transitano i veicoli) e le fasce di pertinenza (ovvero le parti laterali alla carreggiata). Sempre il Codice della Strada, distingue fra pertinenze di Esercizio e di Servizio; le prime sono parte integrante della strada; le seconde, che sono tutte esterne alla strada, sono destinate in modo permanente ed esclusivo al servizio della strada, e così elencate: le aree di servizio (es. distributori di carburante, autogrill, …), le aree di parcheggio e i fabbricati per la manutenzione delle strade (case cantoniere).
“L’area di parcheggio è una pertinenza di Servizio, quindi, sempre (e totalmente) esterna all’intera sede stradale e non alla sola carreggiata”
L’avvocato Senatore affonda con una serie di argomentazioni tecniche chiare e precise, frutto di uno studio sistematico della materia: “In ambito urbano, lo spazio destinato alla sosta prende il nome di fascia di sosta, di fascia di sosta laterale e di area di parcheggio a seconda che si trovi sulla carreggiata, sulla fascia di pertinenza, oppure sia esterno alla strada. L’area di parcheggio è una pertinenza di Servizio, quindi, sempre (e totalmente) esterna all’intera sede stradale e non alla sola carreggiata. Non solo. I comuni, per mere ragioni di cassa, sono arrivati ad attribuire alle (inevitabili) linee perimetrali degli stalli di sosta a pagamento, un valore che non hanno: quello di margine della carreggiata. Ciò risulta chiaramente dall’art. 141 del Regolamento di attuazione del Codice della Strada. che, in merito alle strisce di margine della carreggiata, così dispone: – I margini della carreggiata sono segnalati con strisce di color BIANCO.
Da ciò, risulta chiaro che, le linee perimetrali degli stalli di sosta, non hanno anche il valore di margine della carreggiata. Restringere la carreggiata, significa ridurre lo spazio destinato alla circolazione. Sono ben evidenti le influenze negative provocate da una riduzione del modulo di corsia, sulla fluidità e sulla sicurezza della circolazione”.
“Nella nostra città quasi tutte le strisce blu sono in contrasto con la normativa vigente in materia”
Se è così, chiediamo all’avvocato Senatore, nella nostra città quasi tutte le strisce blu sono fuorilegge. Non solo quelle sulla statale, nella parte finale adiacente il trincerone, ma anche le altre da viale Crispi a viale Marconi, da Via Vittorio Veneto a corso Mazzini?
“Sì –risponde l’avvocato Senatore- sono di sicuro in contrasto con la normativa vigente in materia. La cosa paradossale, però, è che le strisce blu autorizzano soste in zone vietate che vengono, viceversa, sanzionate laddove non ci sono”.
Ci fa un esempio?
“L’esempio classico tanto per capirci –spiega l’avvocato Senatore- è quello sulla statale, dove la prima parte, dall’incrocio di via Atenolfi fino a via della Repubblica la sosta è vietata e quindi sanzionati gli automobilisti che sostano le loro auto, pochi metri dopo, grosso modo dall’incrocio di via della Repubblica e per un lungo tratto, pur stando sempre sulla stessa strada statale, magicamente compiano le strisce blu e viene così consentito di parcheggiare contravvenendo però alla legge in quanto siamo sulla stessa strada statale e con le stesse condizioni e limitazioni di legge. Sarebbe un po’ come se un esercizio commerciale pur essendo abusivo, privo cioè delle necessarie autorizzazioni, pagando un tributo al Comune viene di fatto legittimato a svolgere la propria attività”.
E, ad esempio, su corso Mazzini quali sono le criticità?
“La situazione a corso Mazzini è ancora più grave –afferma l’avvocato Senatore- per quanto sia a senso unico la carreggiata viene delimitata su ambo i lati dalle illegittime strisce blu, con inevitabile riduzione della strada in modo tale da pregiudicarne la sicurezza”.
Perché sono illegittime le strisce blu nell’esempio che abbiamo fatto, cioè a corso Mazzini?
“Lo abbiamo spiegato prima quando è stato richiamato l’art. 141 del Regolamento di attuazione del Codice della Strada che, in merito alle strisce di margine della carreggiata, dispone che questi sono segnalati con strisce di color bianco, quindi, le linee perimetrali degli stalli di sosta non hanno anche il valore di margine della carreggiata. In conclusione, restringere la carreggiata, significa ridurre lo spazio destinato alla circolazione. A corso Mazzini, come altrove, sono le strisce blu a delimitare la carreggiata. In pratica, secondo la norma, le strisce blu dovrebbero andare oltre la striscia bianca (che in effetti non c’è) e quindi dovrebbe essere consentita la sosta delle auto sui marciapiedi!”.
C’è poi il fatto che in ogni area urbana ci deve essere un’adeguata alternanza tra parcheggi a pagamento e parcheggi gratuiti. Cosa che non si verifica affatto nella nostra città. La regola dell’alternanza può trovare eccezione in caso di zone a traffico limitato, nelle aree pedonali, nei centri storici di particolare importanza, nelle zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate dalla giunta comunale, nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico.
Difatti l’avvocato Senatore ben spiega la circostanza: “Ai sensi del comma 8 “Qualora il comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta di cui al comma 1, lettera f), su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta” (strisce bianche).
Se, quindi, in tutta la zona in cui ti rechi non sono presenti strisce bianche e sei costretto a parcheggiare sulle strisce blu, la sanzione elevata a tuo carico per non aver pagato il ticket o perché questo è scaduto, è illegittima”.
Giungiamo, infine, al fulcro del discorso, piuttosto lungo e articolato, ma necessario per chiarire cosa dice la legge in merito alle odiose strisce blu.
“La Corte di Cassazione reputa illegittima la multa se ci sono solo strisce blu in cui l’automobilista può parcheggiare”
“Se si prende una multa perché l’auto era parcheggiata sulle strisce blu senza contrassegno -afferma l’avvocato Marco Senatore- vi sono dei motivi che possono essere utilizzati per contestarla. In particolare, la sanzione amministrativa è impugnabile, ricorrendo dinanzi alle Autorità competenti entro 60 giorni (Prefetto) o 30 giorni (Giudice di pace)”.
“Tra le motivazioni che possono essere addotte in caso di multa fatta nella maniera anzidetta – chiarisce Senatore – vi è, ad esempio, la presenza di sole strisce blu in una determinata area. Infatti, sussiste un obbligo della P.A. di garantire un’alternanza di aree di sosta a pagamento e gratuite, nell’ambito di una stessa zona. Al riguardo, si è pronunciata recentemente, la Corte di Cassazione, reputando illegittima la multa se ci sono solo strisce blu in cui l’automobilista può parcheggiare. La sentenza in argomento è la n. 15678 del 2020, che, in realtà, ha ripreso un orientamento preesistente”.
E se prendo, come nel nostro esempio, una multa su corso Mazzini, posso contestare l’illegittimità delle strisce blu?
“Le delibere della Giunta comunale andavano impugnate nei tempi prescritti dalla legge –precisa l’avvocato Senatore– quindi è la politica che deve prendere atto di queste storture e adoperarsi per modificare il piano del traffico rendendolo conforme al dettato normativo”.
“Meridione Nazionale – conclude l’avvocato Senatore –auspica che l’Amministrazione comunale aumenti le strisce bianche e ripristini il disco orario, rendendo il più possibile libera la sosta.
Sarebbe una soluzione equa e maggiormente attenta alle reali esigenze del territorio perché basata su principi di solidarietà nella previsione di agevolazioni per residenti, ceti sociali svantaggiati, disabili e pendolari. Non ci servono delle tasse mascherate da servizi inefficienti, metodi alternativi per mettere le mani nelle tasche di cittadini già abbondantemente tartassati”.