“Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”, recita un vecchio proverbio, quanto mai adatto alle storie che raccontiamo, e che rimandano a “I soliti ignoti” di Mario Monicelli
Francamente sapere di certe disavventure che potrebbero essere drammatiche ma che, fortunatamente, si concludono senza danni per le vittime, non può che far piacere, come quelle che negli ultimi giorni sono accadute nel napoletano, e che hanno avuto adeguata risonanza sui giornali locali.
Parliamo di alcune storie che sono state adeguatamente riportate anche sui “media”, e che, in tutta sincerità, ci hanno fatto sorridere, sia perché tutto è bene quel che finisce bene, sia perché abbiamo pure provato un tantino di tenerezza per qualcuno degli “sfigati” delinquentucci.
Navigando sul web si trovano tantissime storie analoghe, ma quelle alle quali facciamo cenno sembrano emblematiche, potrebbero ben fare parte di una antologia di furti e rapine da commedia, e di “geni del crimine” beffati più dalla loro inettitudine che dalla malasorte.
A Ercolano, un uomo di 54 anni è finito in ospedale con una frattura a una vertebra e arrestato per un tentato furto; il delinquente si era introdotto in un’abitazione, passando dalla finestra del bagno, ma il proprietario di casa era lì e, quando ha sentito strani rumori provenire da una stanza, è corso a controllare. Il ladro mancato si è così lanciato dalla finestra dalla quale era arrivato, rovinando violentemente a terra, è stato raggiunto e bloccato dal proprietario di casa e ammanettato dai carabinieri.
Poco più in là, a Portici, S. A., trentacinquenne già noto alle FF.OO., rapinatore con scarsa pratica di guida, in regime di semilibertà, ha tentato di impossessarsi di una Smart, minacciando il proprietario con un coltello. Ma non aveva fatto i conti con il cambio automatico del veicolo, che non era in grado di utilizzare. Non si è arreso, ha lasciato la vettura e poco più avanti ha sottratto a due ragazzi il motorino; a bordo del ciclomotore è riuscito a fuggire, ma dopo qualche metro è scivolato ed è stato raggiunto e arrestato dai Carabinieri.
A Napoli, in Via Brin, poco lontano dall’omonimo mega-parcheggio quasi di fronte alla rampa autostradale, C.S., trentacinquenne, e V.C., ventinovenne, hanno tentato di rapinare due cellulari; presi dal panico per il casuale incontro con una pattuglia dei Carabinieri, si sono maldestramente sbarazzati dei cellulari e della pistola, cosa che non è sfuggita ai militari dell’Arma, che li hanno arrestati e recuperato refurtiva e arma. In quel momento i telefonini hanno cominciato a squillare: a chiamare erano i proprietari ai quali erano stati sottratti.
A Licola, località di Pozzuoli, J. O., 29 anni, origine nigeriana, ha tentato caparbiamente di concludere la sua tentata cattiva azione, ma senza successo, finendo arrestato per tentata rapina impropria e lesioni aggravate. Impugnando un bastone, si era avvicinato a una parafarmacia di via De Curtis, ma i dipendenti lo hanno notato e, prima che potesse entrare, hanno sbarrato la porta di vetro; il nigeriano l’ha colpita col bastone senza riuscire a infrangerla, e allora ha preso la bici di uno dei dipendenti, parcheggiata lì davanti, e si è lanciato contro la vetrata sperando nell’effetto ariete. Nulla da fare. Esasperato, ha desistito ed è fuggito con la bicicletta, ma il proprietario lo ha inseguito e bloccato dopo una breve colluttazione e anche questa volta si è dovuto arrendere. Quindi è fuggito a piedi, e durante la fuga ha colpito un passante con uno schiaffo al volto e danneggiato due auto in sosta. Ma aveva scelto la direzione di fuga sbagliata, visto che si è trovato nelle braccia dei carabinieri che poco prima erano stati allertati da alcuni cittadini.
Sempre a Napoli, E.e M., 26 anni, ladro di auto, è riuscito a fuggire a una pattuglia, prima con la macchina che aveva appena rubato e poi a piedi; ma nella fuga ha perso i documenti mentre correva, ha deciso di tornare indietro per riprenderli. Li ha trovati, ma ha trovato pure i militari dell’Arma ad accoglierlo e arrestarlo.
A Gragnano, vicino Castellammare, un falsario ventiseienne, forse per non confondersi quando lavorava al pc per contraffare documenti, ha pensato bene di intestare la cartella di file “green pass rubati”; in quella cartella conservava dati anagrafici, matrici e Qr-code, che poi utilizzava per fabbricare certificazioni false. Una etichetta che non è sfuggita durante una perquisizione domiciliare e che lo ha portato dritto-diritto in carcere.
Di queste storie se ne potrebbero raccontare tante, ma ci fermiamo qui per non annoiare i lettori.
Ma leggendole non possiamo non ricordare un celebre film, “I soliti ignoti”, che fu il capostipite di una serie cinematografica molto fortunata.
Il film è una commedia di Mario Monicelli del 1958, 102 minuti di vero divertimento, interpretata da un cast eccezionale, che comprendeva attori come Totò, Vittorio Gassman (Giuseppe Baiocchi, detto “Peppe er Pantera”), Marcello Mastroianni (Tiberio Braschi), Renato Salvatori (Mario Angeletti), Totò (Dante Cruciani) Claudia Cardinale (Carmelina Nicosia), Tiberio Murgia (Michele Nicosia detto “Ferribotte”, suo fratello), Memmo Carotenuto (Cosimo Proietti), Carlo Pisacane (Pierluigi Capannelle), Carla Gravina (Nicoletta), per limitarci a quelli più noti.
Il film, molto apprezzato anche all’estero (negli Usa venne imitato), è la storia di un gruppetto di ladri per necessità, che si improvvisano scassinatori per svuotare la cassaforte di un Monte di pietà, sotto la guida di un esperto di casseforti, Dante Cruciani (Totò).
Ma una serie di contrasti e improvvisazioni comporterà che alla fine, dopo aver abbattuto una parete, invece di trovarsi nella stanza dove c’è la cassaforte, si ritrovano …nella cucina dello stesso appartamento che avevano abusivamente utilizzato per il colpaccio, e si consoleranno mangiando la pasta e ceci che trovano nel frigorifero.
Personaggi da manuale: “Ferribotte”, interpretato da Tiberio Murgia, la giovanissima Claudia Cardinale, sorella del gelosissimo “Ferribotte” che la tiene relegata in casa, la pure giovanissima Carla Gravina, un magistrale Vittorio Gassman che interpreta l’ex pugile suonato “Peppe er Pantera” che intrattiene la parola quando è teso o si emoziona, Carlo Pisacane, il caratterista che interpreta “Capannelle”, fu uno dei migliori attori della cinematografia napoletana, già interprete macchiettista di numerose pellicole fin dall’epoca del cinema muto, che raggiunse la notorietà con questo film, dopo il quale, Pisacane sarà talvolta accreditato nei titoli di testa di alcuni film proprio come “Capannelle”; non va dimenticata Rossana Rory, che interpreta Norma, compagna di Cosimo ed unica componente femminile della banda, che in questo film è doppiata da Monica Vitti, né Marcello Mastroianni (Tiberio Braschi) che si barcamena, col braccio fratturato e ingessato, tra l’accudimento del figlio e la partecipazione al colpaccio dal quale tutti speravano di avere una svolta di vita, ma che li porta a alla pasta e ceci del frigo.
Una satira che ha poco da spartire con la realtà della microcriminalità, che comunque è su un piano diverso da quello della cronaca: personaggi come quelli del film non erano in grado di far male nemmeno a una mosca, al contrario di quelli della cronaca non si fanno scrupolo di usare violenze che talvolta si concludono con la morte.