Elezione del Quirinale, una rosa di nomi dalla società civile
Il prossimo presidente della Repubblica dovrebbe essere un esponente della società civile e quindi un non politico
Partiti alla disperata ricerca di “nomi”. A detta loro l’Italia pare non avere candidati del calibro di Draghi, invece non è così
Godere dei diritti civili e politici, essere cittadino italiano ed aver compiuto i 50 anni. Solo questi sono i requisiti necessari per essere eletti capo di Stato in Italia, ovvero presidente della Repubblica. E i Grandi elettori, tranne rari casi come l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi, hanno sempre seguito una prassi: pescare il nome all’interno delle Camere (e dei partiti stessi). Tra i nomi che circolano vi è quello di Mario Draghi, un altro banchiere esterno ai partiti, il che è – per loro – già uno sforzo.
Se Draghi dovesse restare a Palazzo Chigi un segnale di novità sarebbe sicuramente quello di eleggere esponenti della società civile che si siano contraddistinti, un po’ come i senatori a vita, per l’impegno nel campo sociale, artistico, scientifico. Non a caso, anni fa, circolò un nome che poi cadde nel vuoto, quello dell’astrofisica Margherita Hack. Sarebbe stata sicuramente un valido presidente in quanto, è bene ricordare, tale figura ha il compito di rappresentare l’unità del Paese.
Ebbene, i presidenti delle Camere – i cui nomi sono molto “gettonati” – sono espressione di singoli partiti a loro volta di singoli elettori. E anche fare a meno di magistrati, che si sono già inseriti nei partiti creando diffidenza nei cittadini, sarebbe un bel segnale. Una figura imparziale, terza, espressione di tutti che sappia dialogare per unire.
Ma i Grandi elettori sono incapaci, su un enorme bacino di potenziali candidati, di esprimere un nome e quindi ci si ripiega su Draghi, capace di aver unito i differenti partiti eccetto FdI, o su un Mattarella bis. Il centrodestra vorrebbe Silvio Berlusconi, il Movimento 5 Stelle forse una donna (ma solo per impedire l’elezione del Cavaliere) e a Sinistra risorge Massimo D’Alema. Che dire, sicuramente non figure appassionanti. L’Italia al contrario di quanto si credi è ricca di nomi validi, di figure di elevato calibro ( non esiste solo Draghi, tranquilli). Eccone alcuni:
Piero Angela: giornalista, intellettuale e divulgatore scientifico. Vanta una lunga e ricca carriera presso la Rai, lauree honoris causa e cittadinanza onoraria;
Tomaso Montanari: saggista, giornalista, accademico, rettore presso l’Università per stranieri di Siena, cultore e attivista per i diritti sociali ed ex membro del Consiglio superiore dei Beni Culturali;
Bruno Vespa: giornalista, saggista e conduttore radio-televisivo;
Franco Gabrielli: ex dirigente della Polizia e capo del Corpo, ex prefetto, ex direttore Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) e ex capo della Protezione civile nazionale, attuale Sottosegretario alla presidenza del Consiglio;
Enrico Mentana: giornalista, conduttore televisivo, direttore Tg e di testata giornalistica (Open);
Paolo Mieli: giornalista, ex direttore presso La Stampa e Corriere della Sera, storico, saggista e divulgatore televisivo;
Alessandro Cecchi Paone: saggista, giornalista, divulgatore radio-televisivo, accademico e attivista dei dritti Lgbtq ex candidato in Forza Italia;
Guido Bertolaso: medico con esperienza di ricerca di malattie tropicali in Africa, ex capo del Dipartimento della protezione civile nazionale, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Governo Berlusconi IV, commissario straordinario in occasione di varie emergenze (terremoto dell’Aquila, crisi dei rifiuti in Campania…) e attuale consigliere presso la Regione Lombardia per l’emergenza Covid-19;
Giovanni Barbero: intellettuale, divulgatore televisivo, saggista, storico ed accademico;
Scegliere ed eleggere un “non politico” servirebbe ad aumentare la rappresentanza in quanto ad oggi quella del presidente della Repubblica è un’elezione indiretta. Al contrario, scegliere all’interno delle Camere porterebbe soltanto ad un’ulteriore frattura, sia interna sia esterna al Parlamento.