Cava de’ Tirreni, “Cerimonia dello spadino” per il giovane Senasio Rispoli
Benedizione dello spadino durante la suggestiva celebrazione della Messa di Natale per il giovane cavese Senasio Rispoli, allievo della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” di Venezia.
Nella notte della Vigilia di Natale Senasio, che da settembre è entrato nell’importante scuola militare veneziana a Sant’Elena dopo aver superato un difficile concorso, è stato il protagonista di un momento solenne durante le celebrazioni della messa nella Chiesa di Santa Lucia.
Don Beniamino D’Arco, il parroco di Santa Lucia, una delle frazioni più grandi di Cava de’ Tirreni, ha benedetto il suo spadino seguendo un particolare rituale, le cui origini si perdono nel passato.
Da sempre lo spadino è l’elemento che contraddistingue i Cadetti, sia delle Accademie che delle Scuole Militari, e trae la sua origine dalla tradizione marinara. Era un’arma corta impiegata dai giovani ufficiali che, a bordo delle unità navali, non potevano svolgere agilmente il loro servizio utilizzando la lunga sciabola tipica della fanteria; per essi, perciò, fu creata un’arma più corta (della misura di una daga ma con lama più snella, di dimensioni maggiori rispetto all’attuale spadino).
Nel prosieguo dei tempi lo spadino divenne sinonimo di “giovane” o “allievo” ufficiale diffondendosi come tradizione anche tra le altre Armi. Dello spadino, si dice che colui (o colei) che lo estrae dal fodero, è legato sentimentalmente in maniera inscindibile all’allievo. Da qui l’usanza di far sfoderare lo spadino la prima volta alla madre e, da quando le accademie e le scuole sono aperte al personale femminile, al padre. Al Morosini lo spadino viene consegnato dall’anzianissimo al proprio pivolo durante una cerimonia tradizionalmente interna alla scuola e vissuta dai soli allievi.
La cerimonia, semplice nello stile ma piena di significato, mantiene fede alla tradizione dell’affiliazione accademica quale monito a seguire i valori fondanti di onestà, lealtà, professionalità, responsabilità, senso del dovere e spirito di sacrificio, riproponendoli quali costanti principi di riferimento.
Durante la Messa, alla presenza dei genitori, del fratello minore, dei nonni e di parenti e amici, don Beniamino ha invitato Senasio, prima a leggere la Preghiera del Marinaio, scritta dal poeta Antonio Fogazzaro nel lontano 1901, e poi ha proseguito benedicendo lo spadino e salutandolo con la sua personale benedizione.
La strada che ha scelto Senasio è impegnativa, parla di una scelta basata sull’impegno e il sacrificio, basata su valori fondanti come onore, dignità, fedeltà, audacia, volontà, lealtà, e coraggio che ogni cadetto deve rispettare.
Ad maiora semper a Senasio, figlio di Cava, dalla redazione e dal direttore di Ulisse online.