scritto da Nino Maiorino - 27 Ottobre 2021 10:30

Centrodestra… ci sarà una resa dei conti?

foto tratta dal profilo Fb di Silvio Berlusconi

Chi sarà il prossimo leader del centrodestra italiana?

Che ormai ci sia una resa dei conti tra i tre partiti del centrodestra è inutile negarlo: indipendentemente da ciò che dicono i media, basta interpretare le dichiarazioni dei vari leader degli stessi per rendersene conto.

E c’è da dire di non poterne più delle bizze, delle contraddizioni, delle chiacchiere che i tre partiti fanno, un continuo parlare insopportabile e inconcludente, del quale gli elettori, compresa una gran parte di quelli che sono così orientati, farebbero volentieri a meno.

Ovviamente tra i tre c’è da fare qualche distinzione, anche per l’approccio dei vari leader alle problematiche e nazionali e interne ai loro stessi partiti, che portano fuori strada tutto l’elettorato, pure quello di destra, il quale certamente aspira ad una guida sicura e prestigiosa che al momento non c’è.

Premettiamo che a questa resa dei conti ha dato una buona spinta l’insuccesso elettorale del centrodestra elettorale e il successo del centrosinistra, successo che si intravide già al primo turno, e che è stata ampiamente confermata ai ballottaggi.

Certo le elezioni amministrative non sono quelle politiche, ma segnano un orientamento dal quale non si può non tenere conto.

Il circa 50% di defezione dalle urne, oltre alla ovvia considerazione che il partito degli astensionisti è stato quello vincente, fa riflettere sulla disaffezione dell’elettorato.

Disaffezione che è facile criticare, ma che è la palese dimostrazione che circa la metà dell’elettorale ha perduto ogni fiducia nella politica: se questo astensionismo dovesse confermarsi anche alle elezioni politiche, ci sarebbe molto da riflettere, specialmente da parte dei principali partiti.

Andiamo ad analizzare nel dettaglio la situazione, tenendo comunque ben presente che, nonostante tutto, le previsioni di gradimento, ed eventualmente di voto se si dovesse votare a breve, potrebbero portare a questi risultati (confronto tra le elezioni politiche 2018,  elezioni europee 2019, previsioni di voto al 21.10.2021):

FdI Meloni: Politiche 2018, Camera 4,30, Senato 4,30, un mese fa 20,30, oggi 20,50;

PD: politiche 2018 Camera 18.70%, Senato 19.10%; UE 2019 22.70%; un mese fa 19,10, oggi 19,70;

Lega: politiche 2018 Camera 17,40, Senato 17,60, UE 2019 34,30, un mese fa 19,80, oggi 19,00;

M5S: elezioni politiche 2018 Camera 32.70%, Senato 32.20%; UE 2019 17.10%; un mese fa 16,30, oggi 15,70;

FI – Berlusconi: politiche 2018 Camera 14.40%, Senato 14.40%; UE 8.80%; un mese fa 7,50; oggi 6.90.

Premessa importante per tentare di comprendere le dinamiche politiche di un dopo-voto che ha impegnato tutti, specialmente i maggiori partiti, sia pure condizionati dalla notevole astensione degli elettori al ballottaggio.

È fuori dubbio che l’unico partito uscito vincente da tali elezioni amministrative sia il PD, tutti gli altri, vale a dire tutto lo schieramento di destra, è perdente, pure se, ciononostante, FdI della Meloni prosegue nella crescita e si colloca al primo posto, tallonato dal PD.

Ma per tornare all’argomento di cui al titolo, comunque tutta la coalizione di destra esce sconfitta dalle elezioni amministrative, e ora è in atto una resa dei conti.

Ma il quesito principale è: quanti sono veramente gli schieramenti del centrodestra? Sono effettivamente FdI della Meloni, Lega e FI di Berlusconi?

La risposta non è semplice, giacché ognuno di essi, avendo al suo interno più anime, espande lo schieramento.

L’unico che si trova in una situazione di una certa stabilità, almeno di facciata, è proprio FdI della Meloni, avvantaggiato dal fatto di essere alla opposizione del governo Draghi; ma al suo interno non sono marginali critiche ai comportamenti ambigui di Giorgia Meloni la quale, dopo i disordini di Roma del 9 ottobre scorso da parte di forze estremiste di destra, non ha saputo gestire la situazione, per l’evidente paura di perdere le simpatie, e i voti, di quelle formazioni che hanno combinato quel po-po di caos, con il vero intento di raggiungere e assaltare Palazzo Chigi, emulando ciò che i sostenitori di Trump hanno fatto il 6 gennaio di quest’anno assaltando il Campidoglio; probabilmente l’assalto e la devastazione alla Sede della Cgil è stato solo un ripiego perché la violenza dei molti facinorosi si scaricasse.

E, mentre gli estremisti di destra facevano tutto quel caos a Roma, la Meloni era in Spagna ad una manifestazione di piazza promossa dai nostalgici del Franchismo, e in un infuocato intervento si schierava al loro fianco, mostrando coerenza con il fascismo estremo, rappresentato in Italia proprio dalle forze militanti di Forza del Popolo, Forza Nuova e compagnia bella.

E quando, qualche giorno dopo, ha timidamente e ambiguamente ammesso che a Roma erano scesi in piazza gli estremisti di destra, non ha saputo dare solidarietà al Sindacato che aveva subito la devastazione della sede, né al Pronto soccorso dell’Ospedale romano, pure attaccato e devastato da un gruppo di quelle stesse formazioni, prendendosela, come di consueto, col Ministro Lamorgese, nonostante pure all’interno del suo partito vi siano benpensanti che chiedono una più esplicita presa di posizione.

Passiamo ora alla Lega, che non si è capito ancora bene cosa sia, cosa voglia, giacché, nonostante appoggi il Governo Draghi, e subisca le decisioni del Premier, quotidianamente il suo Leader Salvini in ogni sede non lesina aspre critiche: ognuno ha i suoi problemi e Salvini non fa eccezione, giacché la “granitica” Lega, come egli la definisce, ha almeno due anime, importante quella “governista”, che fa capo a Giancarlo Giorgetti e coinvolge pure una parte di Forza Italia di Berlusconi, e va avanti per conto proprio, senza tener conto delle “bizze” del suo Presidente-Segretario e tuttofare Salvini.

Il quale, nonostante negli ultimi tempi finga di aver superato il nazionalismo e il sovranismo, non esita ad incontrarsi con i leader europei più intransigenti, come l’ungherese Viktor Orbán, e brighi per coalizzarsi con la francese Marine Le Pen, i cui orientamenti sovranisti e oltranzisti sono ben noti a tutti, tant’è che gli stessi seguaci della Le Pen l’hanno criticata per questo approccio giacché Salvini appoggia il governo Draghi schierato da tutt’altra parte; il che sta a convalidare la generale convinzione dell’ambiguità del personaggio.

E veniamo, ora, a Forza Italia, il cui Leader, Silvio Berlusconi, ormai è un personaggio che ancora sta sulla breccia nonostante abbia compiuto 85 anni (è nato a settembre 1936) e gli indubitabili problemi di salute, ma ormai è il simbolo vivente della decadenza.

Ai problemi fisici deve aggiungere i problemi giudiziari perché, pure se è stato prosciolto dalle accuse di corruzione di ragazze minorenni nel cosiddetto processo Ruby-ter, non può non tener conto che vi sono altri filoni giudiziari per gli stessi reati, né si possono ignorare tutti i precedenti, come imprenditore e poi fondatore di FI, i suoi accertati rapporti con la Mafia e i mafiosi, né gli strani giri finanziari tra lui e le organizzazioni criminali.

Non è ininfluente, a questo punto, la recentissima sentenza della Corte di Cassazione in merito al processo di Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore pugliese che, anche a nome di altri, per ingraziarsi Berlusconi, gli procurava le “escort”, processato e condannato proprio per tali reati. La Suprema Corte ha rigettato i ricorsi contro la precedente sentenza, con una motivazione perentoria: “Tarantini e gli altri imputati assecondavano il desiderio dell’allora Premier Silvio Berlusconi, presso le residenze di Palazzo Grazioli, Villa Certosa e Villa San Martino, di circondarsi in momenti di diporto extra-istituzionale di donne avvenenti e disponibili”.

Né si può non tener conto che ormai, pure all’interno del suo partito, vi siano notevoli frange di esteso malumore, e non solo dalla Gelmini alla Carfagna. Berlusconi tiene ancora tutte e tutti soggiogati perché il partito si regge sulla grande forza finanziaria del suo fondatore, il quale di tanto in tanto censura tali opposizioni, come ha fatto alcuni giorni fa sbottando “ma cosa vogliono quelle due?”.

Ma al momento resta ancora sulla breccia aspirando ad essere il futuro Capo dello Stato al posto di Sergio Mattarella, pure sapendo, da persona intelligente qual è, che questa sua aspirazione rimarrà tale, ma a lui sarà sufficiente che alle prime votazioni venga fuori il suo nome su un certo numero di schede, e questo sarà la sua rivincita, dopo di che potrà anche farsi da parte, cosa che comporterà non pochi problemi per il partito perché non si vede chi tra i suoi attuali portavoce possa sostituirlo.

Un concreto sostegno il Cavaliere lo sta avendo dal suo unico vero amico di sempre, Gianni Letta, il quale nell’ombra tesse le sue tele in suo favore, e che spesso sembra che contatti il Premier Draghi per tenere ancora maggiormente agganciato il partito alla coalizione; in sostanza Berlusconi è sul palcoscenico, Gianni Letta opera dietro le quinte.

Comunque da tutto ciò non è escluso che tutta la destra salti, a meno che qualche personaggio di valore di Forza Italia, che non siano i soliti Tajani e Co., non prenda le redini del suo partito in modo da coalizzare intorno a lui gli altri leader della destra per rilanciare la coalizione; dovrà essere una persona di prestigio, con idee chiare, moderato, europeista convinto in grado di guidare il partito e tutta la destra, la quale altrimenti rischia di uscire con le ossa rotte dalla resa dei conti che è in pieno svolgimento.

Non c’è da sperare su Salvini che pure è solo una facciata, senza avere nulla alle spalle, né sulla Meloni che aspirerebbe ad essere la leader della coalizione, la quale però aspira prevalentemente a far fuori Salvini, Berlusconi e pure Draghi, che vorrebbe far trasferire al Quirinale al posto di Mattarella con l’intesa che subito dopo sciolga le camere e si vada subito alle elezioni per capitalizzare l’ampio consenso di ora cui gode.

Una persona sulla quale contare per la guida del partito e della destra potrebbe essere Renato Brunetta, attuale Ministro del governo Draghi, persona colta e riflessiva, il quale in una recente intervista non solo ha stroncato le aspirazioni oltranziste e sovraniste e nazionaliste dei leader degli altri due partiti, ma ha messo in guardia tutta la destra dal proseguire sul cammino attuale che potrebbe stravolgere totalmente le previsioni di voto indicate all’inizio di questo articolo, e favorire una maggiore ascesa del PD.

 

RETTIFICA

Forza del Popolo non è un movimento di estrema destra, al contrario è una forza centrista, socialdemocratica ed antifascista

Prego di correggere perché Forza del Popolo non è un movimento di estrema destra, al contrario è una forza centrista, socialdemocratica ed antifascista.
È sufficiente leggere il Manifesto di Forza del Popolo (https://www.forzadelpopolo.org/manifesto-politico-di-forza-del-popolo/) e prendere atto che proprio il 9 ottobre scorso in Roma noi siamo scesi in antagonismo rispetto a Forza Nuova in altra piazza, proprio perché non ne condividiamo contenuti e metodi (https://www.forzadelpopolo.org/la-rosa-bianca-cronostoria-delle-piazze-del-9-ottobre-2021-a-roma/).

Grazie per l’attenzione, con viva preghiera che rettifichiate ad onore della verità.

Cordialmente,

Avv. Lillo Massimiliano Musso

Segretario generale del partito politico Forza del Popolo

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Una risposta a “Centrodestra… ci sarà una resa dei conti?”

  1. 22.11.2021 – By Nino Maiorino – In data 27 ottobre sul giornale Ulisse-online, è stato pubblicato l’articolo, a mia firma, dal titolo “Centrodestra… ci sarà una resa dei conti?”.
    Nello stesso è stato erroneamente menzionata la Formazione Politica della quale è Fondatore e Segretario generale l’Avv. Lillo Massimiliano Musso, accomunandola ai partiti di destra.
    Ieri sono giunte le doglianze dell’Avv. Lillo, con il quale mi scuso personalmente e anche a nome del giornale che mi ospita il cui Direttore, il Dott. Pasquale Petrillo, già lo ha fatto. Il malfatto è comunque imputabile solo al sottoscritto
    Fa comunque piacere e inorgoglisce constatare che un giornale di provincia, come può essere considerato Ulisse-online, venga letto anche fuori regione.
    Nino Maiorino.
    22.11.2021

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