Era assolutamente concreto l’allarme lanciato nel 1988 da Beppe Lanzetta, venditore di fuochi d’artificio, in una scena del film “32 Dicembre”.
“Ma cosa è successo?” gli chiedeva stupefatto Enzo Cannavale, alias Alfonsino.
Lanzetta chiariva: “E’ successo che i cinesi hanno abbassato i prezzi”.
Esenti da (spiegava sempre Lanzetta): assicurazione, iva, contributi, marchette, pullman, aerei, bolli, diesel, superdiesel, buste, fogli e francobolli, i cinesi avevano (hanno) il potere di “farci saltare per aria”.
Un’intuizione fondata: se nel 1988 il problema erano i tricche tracche, oggi tutti i prodotti cinesi hanno invaso l’occidente.
I coraggiosi oppongono sacche di resistenza proteggendo i nostri prodotti esclusivi.
Ma nella lotta alla contraffazione, esiste ancora qualcosa che non è possibile riprodurre che non siano solo sfogliatelle, per le quali, sia chiaro, pure esigiamo efficaci barricate ?.
Se qualcosa è rimasto, tocca armarsi e affrontare una sfida complessa: distinguere il sincero dal menzognero.
La cineseria (nome generico, non per l’origine controllata) corteggia le nostre peggiori inclinazioni e la svendita non riguarda solo i maglioni che fanno le scintille ma anche la sincerità del pensiero.
Quando il falso dilaga, “per aria” saltiamo tutti.
Probabile che i fuochi d’artificio di Lanzetta fossero più cari di quelli “Made in China” così come la nostra manodopera costa più di quella di Shanghai. D’altra parte affermare un talento o preservare una testimonianza, costa impegno, non solo denaro.
Ma se, nella terra delle ceramiche dipinte a mano, affiggiamo numeri civici da cineseria, allora le speranze sono poche.
(La scena citata, nel film “32 dicembre” di L. De Crescenzo, è visibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=S4bOUYK74Xo)
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