Cava de’ Tirreni, bilancio di previsione: Meridione Nazionale preannuncia un esposto-denunzia alla Corte dei Conti
L’Associazione politico-culturale Meridione Nazionale ha diffuso in mattinata un comunicato stampa con una sintesi dell’esposto-denunzia alla Sezione di Controllo della Corte dei Conti, alla Procura della Corte dei Conti, al Ministero dell’Interno, alla Procura della Repubblica e al al Prefetto di Salerno.
L’oggetto della denuncia è il bilancio di previsione 2021 -2023 del Comune di Cava de’ Tirreni.
“E’doveroso -si legge nel comunicato a firma dell’avvocato Alfonso Senatore– che i cittadini cavesi sappiano come si tenta di far cadere nel vuoto le indicazioni contenute nel parere non favorevole da parte dei revisori dei conti, alle quali si aggiungono anche le osservazioni dei tecnici di Meridione Nazionale”.
“E’ giusto, quindi -continua il comunicato- che i cittadini sappiano la verità. Inutile precisare che si tratta del bilancio di previsione 2021-2023 che, però, per essere approvato a fine settembre, deve contenere ormai dati certi e ciò, sia per le entrate che per le uscite. Quest’amministrazione, invece, per salvare gli equilibri di bilancio ha inserito dati fantasiosi o, come dicono i revisori dei conti, sovrastimati. Basti solo segnalare che i revisori hanno esplicitamente dichiarato di non ritenere congrue e attendibili le previsioni di cassa inserite in bilancio. Le anomalie, per così dire, sono talmente evidenti -staff personale del sindaco (inutile in presenza di dipendenti comunali abilitati) – premi produzione – posizione organizzativa – straordinari eccessi – progetti obiettivi – 96 assunzioni (inutili e discutibili) -mancato recupero crediti – fitti di beni comunali inadegauti e sospetti- e grossolane che non serve sciorinare numeri o avventurarsi in tecnicismi incomprensibili”.
Dopo aver elencato tutte quelle che vengono ritenute delle incongruenze del bilancio di previsione, Meridione Nazionale “invita i consiglieri comunali a tenere in debito conto del parere sfavorevole del Collegio dei Revisori, hanno esplicitamente affermato che “i flussi di entrata mancano del requisito di certezza e, quindi, di provvedere ad effettuare gli impegni con esse finanziati solo in un momento successivo all’effettivo accertamento delle entrate”.
“Il parere non favorevole dei Revisori dei Conti -incalza il comunicato- comporta che in caso di danno erariale accertato dalla Corte dei Conti saranno responsabili e tenuti al risarcimento dei danni tutti coloro che hanno adottato l’atto in questione. Quindi, coloro che votano ed approvano il bilancio si assumeranno la responsabilità erariale insieme alla giunta comunale che ha approvato il bilancio preventivo con la conseguenziale e obbligatoria segnalazione da parte dell’organo di Revisione alla Corte dei Conti per danno erariale ed altre violazioni gravi, ove esistenti”.
“In ogni caso -precisa il comunicato stampa- i Revisori dei Conti non potranno non farlo sicuramente presente nel questionario da inviare alla Corte dei Conti, per non incorrere in responsabilità concorsuali e penali per omissione di atti d’ufficio e omissione di denunzia eventualmente anche penale. Appare superfluo precisare che si il bilancio consuntivo 2020 che quello di previsione 2021 – 2023 dovranno essere inviati al Ministero dell’Interno ed alla Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti di Napoli per il previsto parere a cui MERIDIONE NAZIONALE ha già inoltrato una dettaglia nota per le valutazioni sulle responsabilità amministrative contabili di coloro i quali creato questa voragine nel bilancio del Comune e per quelli che con il loro voto approveranno il bilancio preventivo”.
“Nel merito -evidenzia Meridione Nazionale- appare illuminante la pronuncia della Sezione Giurisdizionale Regionale Campania Sezione Regionale di Controllo per la Campania (delib. n.244/2014), che dopo aver accertato la responsabilità erariale sanzionatoria degli amministratori, è pervenuta all’applicazione delle sanzioni interdittive… nei confronti del sindaco e di cinque assessori del Comune… omissis per il dissesto provocato dall’ente dalle loro condotte…”
“Ora, è da dire -va nel dettaglio il comunicato stampa di Meridione Nazione- che le sanzioni interdittive di stato previste nel c. 5 cit. – per quanto identiche nella natura personale, si distinguono al loro interno nelle due categorie dell’incompatibilità (c. 5, primo periodo, rivolta agli “amministratori” degli enti locali che – over ritenuti responsabili del dissesto – non possono ricoprire “per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni e organismi pubblici e privati”) e dell’incandidabilità (c. 5, secondo periodo, rivolta ai “sindaci e ai presidenti di provincia che, ove ritenuti responsabili, “non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e deiconsigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo»)”.
“Per quest’ultimi -conclude il comunicato- è prevista poi anche la sanzione dell’incompatibilità (c. 5, terzo periodo: “Non possono altresì ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale né alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici”).