Cava de’Tirreni, lettera aperta di Rifondazione Comunista: “L’Ospedale di Comunità deve diventare una realtà per la città”
“Nella storia di una comunità si determinano dei momenti che costituiscono delle vere e proprie pietre miliari.
Una delle tappe fondamentali scolpite nella nostra memoria storica fu quando un gruppo di Cavesi, guidati dal comunista Riccardo Romano, riuscì a impedire che i portici, uno dei simboli della nostra città ed esempio urbanistico straordinario del Meridione, fossero abbattuti, rendendo il nostro corso una “moderna strada”.
Quel gruppo di concittadini, i cui nomi forse qualcuno ha dimenticato, sono stati il baluardo che ha impedito uno scempio di cui, ancora oggi, è possibile vedere uno strascico nei “falsi portici” dei palazzi Rizzo”.
Con questo amarcord comincia la lettera aperta ai cittadini cavesi del Circolo Rifondazione Comunista “Francesco Gagliardi”.
“In un susseguirsi di corsi e ricorsi storici – prosegue la missiva – ora ci troviamo nuovamente ad affrontare uno di quei momenti che segneranno il futuro di Cava de’ Tirreni. Il Covid–19 ha mostrato, infatti, gli effetti della scelleratezza di decisioni politiche improntate alla distruzione della medicina territoriale.
Ognuno di noi è stato toccato, direttamente o indirettamente, da questa tragedia, sperimentando spesso il baratro di una solitudine o di una solidarietà di facciata.
La ricerca disperata di un aiuto ha individuato nelle poche strutture esistenti i luoghi in cui trovare delle risposte che spesso non sono arrivate o che sono state affidate alla responsabilità dei volontari o degli operatori sanitari che sono rimasti ai propri posti.
Quanto è accaduto, purtroppo, ha dato ragione alle nostre denunce sull’assenza di una politica di prevenzione sanitaria e sulla fallacia insita in questo sistema”.
Il gruppo politico di Rifondazione Comunista incentra il discorso sulla sanità territoriale cittadina e seguita a spiegare: “Oggi il Covid–19 ha reso evidente quanto sia necessario ricostruire una sanità territoriale e quanto sia urgente destinare le risorse che stanno per arrivare a questo scopo, con una finestra temporale non superiore al 2023.
Dunque, abbiamo scelto di appoggiare il Sindaco Servalli perché ha compreso e avallato i nostri progetti che saranno finanziati dal Recovery Fund e che prevedono l’istituzione di:
A) Un Ospedale di Comunità per aree distrettuali tra 80.000 e 100.00 abitanti. La struttura servirà per ricoveri brevi (Max 30 giorni);
B) Una Casa di Comunità per i pazienti cosiddetti cronici;
C) Una Rete Complessa per l’Assistenza Domiciliare con centrali per telemedicina;
D) Una Casa del Parto collegata ai consultori;
E) Un Coordinamento per la rete Socio–Sanitaria affinché la medesima sia più fruibile ai cittadini.
Oggi è possibile non solo realizzare un “Ospedale di Comunità” ma anche chiedere a gran voce che questo sia destinato alla nostra città, in conformità con le disposizioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR)”.
La lettera che assume i toni di un memorandum delle richieste fatte in campagna elettorale all’attuale Sindaco termina con un incitamento: “Questo è il momento di non mollare: è giunta l’ora di COSTRUIRE un futuro migliore. Insieme si può e si deve!”.