Minori, Sangineto: il feudo della duchessa Sighelgaita ritorna a vivere
Ci sono dei luoghi che s’imprimono nella memoria, uno di questi è Sangineto, piccolo eden naturalistico, conosciuto dagli amanti del trekking e molto amato dai minoresi.
Chi vuol scoprire le radici della civiltà contadina, deve riscoprire i piccoli borghi che poi diedero origini ai villaggi: Villamena, Torre, Monte, o gli abitati del Monte Forcella quando la popolazione rifugiava nel Medioevo per mettersi al sicuro dalle incursioni saracene. Oggi, l’attenzione si volge sul fronte mare, con i suoi stabilimenti balneari, i bar, i ristoranti, ma spesso si dimentica che il retroterra costituisce il polmone verde che permette queste attività turistiche.
Alcuni anni fa, Raffaele Ferraioli, storico sindaco di Furore e Presidente della Comunità Montana “Penisola Amalfitana”, coniò un fortunato slogan “L’Altra faccia della Costiera”, riferendosi alla parte montana che era ai margine dello sviluppo socio-economico della fascia balneare della “Divina.” Da allora qualcosa è cambiato, ma non sufficientemente, perché la Costiera ha bisogno di decongestionare la fascia costiera offrendo ai residenti e ai suoi ospiti un’alternativa al sole e al mare.
E se a Minori “Il Sentiero dei limoni” esercita un fascino attrattivo a livello regionale e nazionale, Sangineto, potrebbe essere il naturale prolungamento di tale itinerario, perché valorizzerebbe non solo la bellezza di un luogo magico ma metterebbe in risalto il lavoro dei contadini che hanno per secoli curato quest’angolo di paradiso che ha una storia importante.
Infatti, la località situata sulle colline di Minori ai piedi del Monte Forcella su cui sorge il Convento di San Nicola: esisteva già prima di 1000 anni fa, fu infatti feudo dato in dono dalla duchessa Sighelgaita, seconda moglie di Roberto I il Guiscardo, alla chiesa. Nel corso del tempo il feudo di Sangineto si è diviso in svariati piccoli fondi privati con l’utilizzo del forno del pozzo,, del palmento, e del torchio tuttora esistenti.
Incontriamo un contadino storico, Salvatore Amatruda, 79enne, che ha lavorato per molti anni come bracciante agricolo e successivamente è diventato proprietario di un piccolo fondo di 36 are in località Turone: “Abbiamo strappato insieme a mia moglie Rosa (80enne) alla montagna e alla vegetazione infestante, le piazzole, per trasformare il podere in limoneto e vigneto e non ci hanno spaventato la fatica giornaliera di raggiungere la proprietà, lontano dal centro abitato”.
Tanto lavoro ha dato i suoi frutti è oggi l”Azienda Arpino Rosa è rigogliosa e ben curata. La speranza nel domani è riposta nel giovane nipote Giuseppe Noschese, 23enne, che dopo il diploma dell’Istituto Alberghiero si sente attratto dal mondo agricolo. Un passo importante per far uscire dall’isolamento la Contrada Sangineto è stato l’impegno dei proprietari dei fondi, costituitosi in consorzio, che con l’appoggio della Civica Amministrazione e delle altre istituzioni hanno dato vita ad un impianto di risalita su monorotaia realizzata con i fondi PSR 2007/2013 riducendo la fatica dei contadini della zona. Ma per uno sviluppo sostanziale della zona occorre coniugare l’agricoltura con un turismo equilibrato e rispettoso della natura.
Tra le problematiche di una località bella e suggestiva non si può non mettere in evidenza la mancanza di segnaletica che indichi agli escursionisti l’itinerario da percorrere per raggiungere lo storico Convento di S. Nicola oltre a porre rimedio agli sconfinamenti dei cani che impedendo il passaggio. Se tutto questo sarà fatto, se maggior cura sarà data alla manutenzione e pulizia delle gradinate della strada comunale e se nasceranno iniziative di valorizzazioni dei prodotti degli orti, dei limoneti, e della pastorizia, allora i giovani saranno attratti da una località che non può e non deve morire.
Tra le tante cose che si potrebbero fare a Sangineto è da segnalare il Programma Interregionale di Comunicazione ed Educazione Alimentare, attivato dall’Assessorato regionale all’Agricoltura che prevede visite alle Fattorie Didattiche