scritto da Christian De Iuliis - 06 Giugno 2021 10:53

L’ARCHRITICO La stagione dei disastri

La “Stagione dei disastri” viene e va.

Ed ora, secondo una facile previsione, sta per venire.

Non come quella “della manutenzione” che non viene mai.

Non sarà un fatto climatico. Taglierà trasversalmente alcuni anni solari, almeno fino al 2026. Ignorerà persino le ferie d’agosto e si imporrà al Natale e alla Pasqua. Marcerà come un treno ad alta velocità, sospinta da alcuni miliardi di euro.

All’improvviso senza accorgercene, la vivremo, ci sorprenderà.

Chiaramente nessuno parlerà mai di “disastri”. Né tanto meno di “stagione”, anzi il telegiornale nazionale la chiamerà “rinascita”, la loderà per efficienza e dinamismo. Gli oppositori, sparuti, fingeranno talvolta disappunto, ma troveranno, infine, il modo di accomodarsi.

La “Stagione dei disastri” sarà accompagnata da un grosso rumore di sferragliamento, gru, pale meccaniche, martelli pneumatici. Dalle finestre delle nostre case vedremo circolare molte persone sconosciute; indosseranno un caschetto giallo, anche sopra la giacca e la cravatta. Srotoleranno progetti sul selciato che tutti insieme guarderanno fingendo di capirlo.

Qualcuno di loro indicherà qualcosa con le dita. Molti annuiranno.

Tornerà di moda il ponte, il tunnel, il viadotto strallato. Il parcheggio multipiano ritroverà appeal. Lo sbancamento avrà nuova gloria. Avremo mille nuovi centri commerciali. Grattacieli classe A+++ pieni di verde. Condomini rigenerati al 110%.

Per fare presto molti chiuderanno un occhio. La “Soprintendenza unica” li chiuderà entrambi e per sicurezza si girerà anche dall’altra parte. La transizione ecolog… no niente.

La bellezza perderà sostenitori, finendo sotto la quota dello sbarramento.

Gli orizzonti perduti, citati da Battiato, lo saranno per sempre.

I cittadini, quelli non coinvolti direttamente almeno, guarderanno stupiti questi fenomeni. Leggeranno straniti i cartelli dinanzi ai cantieri. Gli anziani rivendicheranno il loro posto in prima fila dietro le recinzioni. La pazienza sarà ricompensata con nuovi “bonus”.

A compiere la “Stagione dei disastri” migliaia di nuovi statali reclutati a tempo determinato. Principalmente burocrati, informatici, matematici, talvolta ingegneri. Architetti pochi, fanno troppe domande. Anzi per evitare perplessità e quesiti saranno introdotti i militari.

Seguiranno le indicazioni di sindaci che ci spiegheranno come andrà il mondo. Prendendo ordini da politici di mezza tacca con desideri che non invecchiano, quasi mai, con l’età.

Ci lascerà un cumulo di macerie.

Prepariamoci.

Sarà meravigliosamente rovinosa, la “Stagione dei disastri”.

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Nasce, vive, vegeta in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto, nel 1984, in un tema di quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge Assessore al Nulla. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”. Avanguardia del XXI^ secolo che vanta già diversi tentativi di imitazione. All’attivo ha quattro mezze maratone corse e due libri pubblicati: “L’Architemario – volevo fare l’astronauta” (Overview editore – 2014) e “Vamos a la playa – Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens – 2016). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto. Dipende da dove si trova e da chi glielo chiede.

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