Si è spento all’età di 77 anni per un attacco cardiaco Amedeo di Savoia – Aosta, un monarchico sui generis visto che, qualche tempo fa, parlando del referendum che portò l’Italia ad abbandonare il Regime Monarchico e votò per la Repubblica il 2 giugno 1946, si era schierato a favore della Repubblica, come aveva già fatto decenni prima.
Amedeo D’Aosta, era nato a Firenze il 27 settembre 1943 ed è imparentato con molte dinastie reali europee, a cominciare da quelle spagnola e britannica.
Poche settimane prima della nascita di Amedeo, il Regno d’Italia aveva firmato l’armistizio di Cassibile, cessando le ostilità contro le forze inglesi e statunitensi nell’ambito della Seconda guerra mondiale.
Era figlio di Aimone di Savoia Aosta, Duca di Spoleto e poi d’Aosta, Re designato di Croazia con il nome di Tomislavo II; suo zio era l’omonimo eroe dell’Amba Alagi, detto il “Duca di ferro” e suo nonno era il “Duca Invitto” Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta; la madre era Irene di Grecia e Danimarca (sorella di re Paolo di Grecia) Amedeo Umberto Costantino Giorgio Paolo Elena Maria Fiorenzo l’omonimo di Savoia Aosta, e il nipote dell’ultimo re d’Italia, Umberto II.
Dopo l’armistizio, Il 26 luglio 1944 su ordine di Heinrich Himmler, i nazisti deportarono il piccolo Amedeo nel campo di concentramento austriaco di Hirschegg, vicino Graz, insieme alla madre Irene di Grecia e alle cugine Margherita e Maria Cristina, uniche figlie di suo zio Amedeo, terzo duca d’Aosta, e della duchessa Anna d’Orléans.
Dopo la liberazione dal campo di concentramento, nel maggio 1945, Amedeo visse per alcune settimane in Svizzera e il 7 luglio 1945 rientrò in Italia con la madre, prima a Milano, dove Aimone vide per la prima volta il figlio, e successivamente a Napoli e infine a Fiesole, vicino a Firenze. Nel 1948 il padre morì di infarto a Buenos Aires e Amedeo assunse il titolo ducale come capo della casa Savoia-Aosta.
Studiò al Collegio alle Querce di Firenze e al Seaford College in Inghilterra, poi al Collegio Navale Morosini di Venezia. Frequentò i corsi dell’Accademia Navale di Livorno, al termine dei quali venne imbarcato con il grado di ufficiale di complemento della Marina Militare per esercitazioni nell’Atlantico e nel Mediterraneo. Nel frattempo si laureò in scienze politiche all’Università di Firenze.
Secondo la tradizione degli Aosta, Amedeo sposò una principessa francese, Claudia d’Orléans nata nel 1943, figlia di Enrico d’Orléans, conte di Parigi e pretendente al trono di Francia.
Il matrimonio venne celebrato il 22 luglio 1964, a Sintra, in Portogallo. Dodici anni dopo la coppia pose fine alla convivenza, nel 1982 divorziò e nel 1987 il matrimonio fu dichiarato nullo dalla Sacra Rota.
Claudia d’Orléans si risposò poco dopo con un editore americano, Arnaldo la Cagnina. I tre figli rimasero con il padre nella tenuta del Borro.
Il 30 marzo 1987, Amedeo sposò in seconde nozze, a Bagheria (Palermo), Silvia Paternò Ventimiglia di Spedalotto.
Amedeo ha avuto tre figli, Bianca, Aimone Duca delle Puglie e Mafalda. Attualmente viveva tra la Toscana e la Sicilia. Ha anche una figlia naturale da una relazione con Kyara van Ellinkhuizen.
Ha lavorato per anni in Italia e all’estero in rappresentanza di imprese italiane, occupandosi anche della sua azienda agricola (Vini Savoia-Aosta).
Nel 1996 fu nominato rappresentante del comune di Palermo per la Fondazione Internazionale “Pro Herbario Mediterraneo”, e, dal 1997, ne è stato Presidente.
Nel 2003 venne nominato dal Governo Italiano presidente del comitato di gestione permanente della Riserva Naturale Statale Isola di Vivara.
Amedeo di Savoia-Aosta era inoltre cittadino onorario di Marigliano, Pantelleria ed Abetone.
Quale capo famiglia del ramo Savoia-Aosta aveva ereditato dallo zio Amedeo – viceré d’Etiopia, eroe dell’Amba Alagi, medaglia d’oro al valor militare, morto in Kenya prigioniero degli inglesi – la sua collezione di Diari.
Nell’ultimo ventennio Amedeo ebbe una disputa dinastica perché la sua posizione nella linea di successione è controversa: parte dei monarchici sostengono che Amedeo sia il capo della Real Casa, e quindi il legittimo pretendente al trono d’Italia, altri ritengono che la posizione di capo della Real Casa spetti al cugino Vittorio Emanuele di Savoia e che Amedeo sia terzo in linea di successione dopo Emanuele Filiberto.
La controversia è stata oggetto di un pronunciamento ufficiale della Consulta dei Senatori del Regno: il 7 luglio 2006 l’associazione privata creata nel 1955 comunicò ufficialmente che Amedeo era da ritenere l’erede di Umberto II. Il motivo ufficiale sarebbe il matrimonio di Vittorio Emanuele di Savoia con una persona di differente condizione sociale.
Nel settembre 2006 Vittorio Emanuele e suo figlio Emanuele Filiberto di Savoia depositarono all’ufficio brevetti dell’Unione europea la richiesta di registrazione dello stemma di “principe ereditario d’Italia” come logo aziendale, insieme ad altri simboli del patrimonio araldico di Casa Savoia. L’azione era volta ad impedirne l’uso ad Amedeo e Aimone di Savoia, cui era stato ingiunto di utilizzare il cognome per esteso, cioè Savoia-Aosta.
Si è spento ad Arezzo all’età di 77 anni, il 1° giugno 2021 per arresto cardiaco, presso l’Ospedale San Donato di Arezzo.
Viveva nella residenza di Castiglion Fibocchi alle porte di Arezzo.
Di recente era stato sottoposto in una clinica di Milano a un intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore a un rene.
È stata una personalità sui generis in quanto, benché nobile di sangue e discendenza, imparentato con monarchi di mezza Europa, nel mentre era in Marina Militare aveva espresso il suo orientamento per la Repubblica, suscitando le ire dei suoi parenti e amici, al punto che con Vittorio Emanuele di Savoia, Principe ereditario di un regno oramai morto e seppellito, ebbe un aspro diverbio e si presero a pugni.
Era amato da tutti, perché era una persona mite e alla mano che la lasciato un buon ricordo in tutti quelli che lo hanno conosciuto e frequentato.
Il Sindaco di Castiglion Fibocchi ha dichiarato: “Il Duca era benvoluto da tutti i cittadini e godeva del massimo rispetto, non tanto per il titolo nobiliare che poteva vantare, quanto per la gentilezza d’animo”.
E pure il “cugino – nemico” Vittorio Emanuele ha dichiarato: “Il dolore per la scomparsa di Amedeo si acuisce nel ricordo di quelle divisioni che hanno purtroppo segnato questi ultimi anni, ma che scompaiono di fronte al lutto e ai tanti affettuosi ricordi che hanno accompagnato la nostra vita”: rimorso tardivo o diplomazia nobiliare?