scritto da Pierfrancesco Maresca - 10 Maggio 2021 13:24

Il vaccino Sputnik non arriverà mai in Italia. Il motivo? Pura geopolitica

Motivazioni di equilibri internazionali e indirizzi di geopolitica non faranno mai approvate in Italia ed Europa il vaccino Sputnik della Russia

Fonte foto. Morguefile.com, utente svklimkin

Alla base della riluttanza vi sono motivazioni di equilibrio politico internazionale. Ciò, a scapito della salute (e vita) di milioni di persone

Quando si scelse di adottare la strada della sperimentazione e somministrazione di un vaccino per combattere – e sconfiggere – il Sars-Cov2 meglio noto come Covid-19, a scapito di investire in una cura come gli anticorpi monoclonali, si era coscienti che sarebbe iniziata una corsa contro il tempo. In breve, è necessario vaccinare più individui possibili il più rapidamente possibile per raggiungere un copertura tale da rallentare fino ad annullare i contagi. Pare evidente che tale tattica necessiti di quante più dosi possibili di vaccini in commercio e per tale motivazione è da tempo che sono sempre più forti le pressioni per l’acquisto ed utilizzo del vaccino russo Sputnik V.

Per comprendere le dinamiche articolate è necessario ripercorrere alcune tappe: nello scorso agosto Mosca esordì comunicando al mondo intero di essere riuscita a sperimentare ed ultimare il primo vaccino contro il Covid-19. Un primato che permise di battezzare tale vaccino con il nome del primo satellite lanciato nello spazio dall’allora Unione sovietica, lo Sputnik. Come nel 1957 anche lo scorso agosto si replicò accusando Mosca di essere autrice di pura propaganda per raccogliere consensi e visibilità etichettando tale risultato scientifico come una bufala. Poi ci si rese conto che il satellite artificiale era realmente in orbita e che il vaccino è stato acquistato e somministrato da decine di Paesi nel mondo, molti dei quali non “sottosviluppati”, al contrario. Si parla degli Emirati arabi uniti, Repubblica di San Marino, forze armate di Israele e molti altri (fonte: Skytg24) e che costoro hanno effettivamente riscontrato dei risultati positivi. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se c’è riluttanza alla consegna dei dati sul vaccino dopo che era stata bollata dall’Occidente come “fake-news”.

Tra l’altro anche quando il presidente Vladimir Putin presentò le nuove armi messe a punto dalla federazione, come il missile atomico a gittata illimitata Skyfall, venne inizialmente accusata dai media statunitensi di aver inventato tutto, salvo poi ricredersi. Inoltre, ancora non si riesce a comprendere il motivo per il quale l’Ema, l’autorità europea del farmaco, abbia impiegato pochi giorni per valutare altri vaccini e a distanza di mesi ancora non ha fornito una risposta sullo Sputnik tanto che anche qualche governatore italiano si è interrogato su tale “ritardo”. E qualche altro governatore, di colore politico differente, si è mostrato altrettanto interessato – giustamente – a tale vaccino visto che Big Pharma da settimane “taglia” le dosi promesse dall’Ue. Una preoccupazione legittima, quindi. E come se non bastasse, in più occasioni il premier italiano Mario Draghi ha ribadito che la posizione politica internazionale dell’Italia non è in discussione ed è atlantista ed europeista.

Le pressioni della Casa Bianca contro il vaccino Sputnik non sono un mistero, in linea con la nuova politica estera della presidenza Biden intenzionata a contenere l’espansione russa. Tale espansione non è soltanto militare, come in Ucraina, bensì anche politica e la fobia dopo il caso Biot è sempre più forte oltre ai sospetti e timori di finanziamenti da parte di Mosca ai partiti euroscettici per “minare” l’Ue e mai provati. Ciò che si teme è che chi inizi ad “avvicinarsi” alla Russia e quindi ad utilizzare lo Sputnik possa finire nella propria orbita e tale accusa è stata rivolta, ad esempio, all’Ungheria che avrebbe “irritato” gli Usa e la Nato. Tra l’altro lo stesso discorso vale per la Cina e i suoi vaccini, anch’essi da “evitare” per timore che in questo mondo multipolare i Paesi possano legarsi sempre più a queste nuove potenze economico-militari. Ed infatti già il progetto della c.d. Nuova via della seta, al quale l’Italia aveva aderito, aveva suscitato preoccupazioni.

Il pericolo c’è ed è in corso sicuramente una corsa tra Cina, Russia ed Usa per estendere le proprie influenze. Tuttavia, in gioco ci sono le vite di milioni di cittadini e il diritto alla salute dovrebbe avere la priorità sui rapporti internazionali e la geopolitica.

Con questo scenario il vaccino russo Sputnik non arriverà mai in Italia. Non è una profezia bensì un indirizzo di politica estera.

Classe ’93, è laureato in “Politiche, Istituzioni e territorio” presso l’Università degli studi di Salerno. Appassionato di storia e politica, ha collaborato inizialmente con la testata giornalistica cosentina “Il Meridione libero giornale quotidiano” occupandosi di tematiche estere, ed attualmente con il periodico “Nuovo Nocera” e la rivista Ulisse on-line. Inoltre, possiede un personal blog (travellingpoliticastoriaarte.wordpress.com) dove si occupa di divulgazione storico-artistica.Infine, la sua passione verso la scrittura e la lettura lo ha spinto alla pubblicazione di romanzi di spionaggio e saggi storici.

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