In un precedente articolo abbiamo accennato ai tempi lunghi per la estradizione nel nostro paese dei terroristi arrestati in Francia.
Vediamo perché ci è sorto questo dubbio.
L’estradizione è un “Istituto giuridico” basato sulla necessità che tra gli Stati ci sia una forma di cooperazione giudiziaria perché vengano consegnate al paese richiedente persone, già sottoposte a giudizio penale e condannate, per lo sconto della pena (estradizione esecutiva), oppure da processare (estradizione processuale).
Ovviamente gli stati aderenti debbono prevedere, nel loro ordinamento giuridico, lo stesso Istituto, e debbono aver sottoscritto con gli altri Stati una intesa.
Molti sono i Paesi che si sono impegnati a farlo, la stessa Francia ha sottoscritto l’accordo, ma nel caso dei terroristi non lo ha mai rispettato per effetto della “Dottrina Mitterrand”, appena cancellata.
Ora dovrebbe essere più semplice il rientro dei terroristi arrestati, ma purtroppo non è applicabile l’arresto europeo per reati e condanne anteriori al 1993: e questo è il primo ostacolo.
Ma non è l’unico, perché i difensori dei terroristi hanno già anticipato di voler ricorrere contro le sentenze emesse in Italia, pure se esse sono già definitive, entrando nel merito delle vicende (evidentemente in passato le opposizioni si sono limitate solo alla forma); in sostanza essi chiederanno che l’estradizione venga rimandata alla conclusione di un nuovo processo, prevedendo più gradi di giudizio.
E qualora, alla fine, i Giudici saranno favorevoli alla estradizione, è possibile un ricorso alla Corte di Cassazione per questioni formali sulla conformità con il Trattato di Dublino, che il nostro paese ha ratificato solo nel 2019, a completamento della Convenzione per l’estradizione.
Ma non è finita qui.
Il Primo Ministro francese, alla fine di tutti gli iter processuali, dovrà firmare personalmente il decreto di estradizione, e questa è una ulteriore spada di Damocle, perché non è certo che nei prossimi anni alla guida della Francia ci saranno le stesse persone di adesso: il governo attuale è nato a maggio 2017, il settennato si conclude a maggio 2024.
E se tutto l’iter descritto fino a ora sarà superato, i difensori dei terroristi potranno sempre far ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Ecco perché si prevede che i tempi dell’estradizione non saranno affatto brevi. (3 continua)