scritto da Nino Maiorino - 12 Aprile 2021 09:00

Caos AstraZeneca

Andrea Crisanti, che è un microbiologo, accademico e divulgatore scientifico tra i più noti in Italia, ha liquidato le polemiche sul vaccino AstraZeneca con un lapidario aforisma: “Il vaccino AstraZeneca ha un grosso difetto, costa solo due euro e mezzo, è un ‘disturbatore’ del mercato”.

Noi aggiungeremmo che un altro “difetto” di AstraZeneca è che questo vaccino ha origini Anglo-Olandesi, che è stato somministrato con rilevanti risultati a oltre 20.milioni di inglesi, mentre in Olanda e in altri stati dell’UE, è stato temporaneamente sospeso.

Gli Inglesi in questo momento non sono ben visti da molti, e non ha importanza, per i detrattori, se a fronte di tanti milioni di vaccinati sembrano ci siano stati solo una ventina di casi di trombosi, dei quali sembra che solamente cinque siano stati mortali.

E a nessuno sembra interessare che, se a fronte di 20.milioni di vaccinati, ci sono stati solo 20 casi di trombosi, la percentuale di rischio è dello 0,0001%.

Tanto per fare un esempio, gli incidenti automobilistici in Italia sono del 6,1%.

Ma Crisanti è andato ben oltre, bacchettando anche l’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, alla quale ha rivolto una critica molto pesante: “Una cosa allucinante, l’Agenzia europea dei medicinali non può lavarsene le mani in questo modo; lasciare che ogni singolo Paese decida per sé crea disorientamento, oltre a dimostrare la mancanza di indipendenza dell’Ema e la debolezza della politica sanitaria dell’Unione.”

E ne ha avuto anche per la Germania: “Quella dei tedeschi è una decisione solo politica, dettata dal fatto che lì c’è una folta presenza di no-vax e poi hanno in casa la BionTech: non voglio pensar male, ma forse una predilezione per il vaccino Pfizer c’è”.

Poi ciascuno può dire la sua, ma è innegabile che solo per questo vaccino si stiano facendo tanti cavilli, e quasi nessuno cita altri vaccini, pure prodotti e sperimentati in fretta e furia per contrastare nel più breve tempo il virus sempre più contagioso, e che pure hanno registrato qualche conseguenza, né che ogni vaccino, e medicinale in genere, ha le sue controindicazioni e, talvolta, provoca conseguenze dannose, qualche volta anche mortali, compreso il vaccino antinfluenzale che qui in Italia da anni viene somministrato in decine di milioni di dosi, e nessuno si è mai lamentato.

Né si parla, per evidente ignoranza, di quello antipolio di Sabin, il quale, all’epoca, pure provocò effetti collaterali, in tanti casi la poliomielite e la morte.

Il grosso problema, che ha nuociuto alla casa farmaceutica che lo ha prodotto, è stato una grave carenza comunicativa, ad ogni livello, prevalentemente della stessa casa produttrice la quale ha inizialmente rilasciato specifiche tecniche e farmacologiche quanto meno parziali, incomplete e inadeguate.

Inoltre, in un primo momento ha detto che era consigliabile per le persone al di sotto dei cinquant’anni, poi si è ricreduta consigliandone la somministrazione alle fasce di età avanzata, poi ha parzialmente corretto il tutto sostenendo che poteva essere somministrato quasi a tutti, indipendentemente dall’età.

E a ruota libera sono andati anche i comunicatori ufficiali, esperti e meno esperti, e su questo bailamme di informazioni contraddittorie si sono scatenati tanti cittadini che non capiscono un fico secco di farmacologia e di vaccini, ma che si sentono tutti professori perché studiano su Face-Book e su tanti altri social.

E perfino i comunicatori ufficiali sono in disaccordo tra loro: il Generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle di contrasto dell’emergenza epidemiologica, qualche giorno fa ha detto: “Da domani AstraZeneca ai 60/79.enni”.

Ma è stato subito contraddetto da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico: “E’ sconsigliato il vaccino AstraZeneca agli under 60”.

Un tantino di serietà è il minimo che si possa chiedere.

Insomma, alla disinformazione sul vaccino hanno contribuito un poco tutti, dalla casa produttrice all’ultimo “esperto” da bar.

E così la frittata è stata fatta, e ora tutti stanno pagando le conseguenze, ma meno degli altri proprio la casa produttrice la quale, visto il blocco delle due settimane a metà marzo, ha pensato bene di dirottare parte della produzione verso altri paesi che gliene facevano richiesta, ed è una pretesa quanto meno paradossale accusarla, ora, di mancato rispetto degli impegni di fornitura presi con noi e altri paesi dell’UE.

E’ come se un caseificio, vedendosi bloccate le forniture in un paese, per non far andare a male le sue mozzarelle, le andasse a vendere altrove, e poi venisse accusato di non averle fornite come da contratto a chi le aveva rifiutate.

Cose all’italiana, direbbero in tanti, ma il problema non è solo nostro, ma dell’intera Unione Europea che, in questo frangente, come in tanti altri, non ha certo brillato per efficienza e oculatezza in questa complessa vicenda.

E non sono esenti da colpe anche le Agenzie internazionali e nazionali di validazione dei vaccini che vanno avanti con estrema lentezza, nel mentre mai come in questi casi la velocità è un elemento vitale perché la popolazione ha sete di vaccinarsi, e questa sete non può essere soddisfatta perché oramai si è creato un collo di bottiglia, tra i milioni di persone che premono per farsi vaccinare e i tempi tecnici per la produzione del farmaco.

Detto questo non è assolutamente nostra intenzione sponsorizzare AstraZeneca, Pfizer, Moderna o Johnson&Johnson, ormai pure validato (ma sembra che pure questo provochi la trombosi), ma solo prendere atto di questa situazione e cercare, per quanto possibile, di fare un tantino di chiarezza e portare il nostro piccolo contributo per cercare di fugare dubbi e paure.

Abbiamo già detto che la percentuale di rischio del vaccino AstraZeneca è dello 0,0001% (gli incidenti automobilistici sono al 6,1%), ma non possiamo non aggiungere che l’allarme, a nostro avviso ingiustificato, non è stato affrontato, se non in rari casi, con oculatezza e lungimiranza, perché quasi nessuno si è preoccupato di sostituire ad AstraZeneca altri vaccini, come ha fatto il Governatore della Campania De Luca il quale, da decisionista qual è, ha pensato bene di stipulare un contratto di fornitura dello Sputnik sovietico, che pure sembra efficace, condizionandolo alla validazione da parte delle Agenzie del farmaco.

A tal proposito è più che efficace l’allarme di De Luca: «Questa situazione rende ancora più urgente un pronunciamento dell’Aifa. È interesse dell’Italia non perdere un minuto di tempo. Ogni giorno perduto nella valutazione di questo vaccino è un atto di irresponsabilità verso il Paese».

Per tornare all’esempio del caseificio, se ho un dubbio sulla bontà delle mozzarelle prodotte da uno, nessuno può impedirmi di rivolgermi ad un altro caseificio.

Per di più, alle porte del nostro paese, in Slovenia, è stato costruito un polo vaccinale nel quale sono disponibili numerosi vaccini, e anche un italiano avrebbe potuto registrarsi sul relativo portale, scegliere il vaccino, e entro pochi giorni andarsi a vaccinare all’estero. E al diavolo l’impegno con l’UE, se una persona ha paura di contagiarsi e intende vaccinarsi al più presto, nessuno lo può obbligare ad attendere i “tempi tecnici” dell’UE, può andare in Slovenia e risolvere il problema in pochi giorni.

Non è da tutti, ci rendiamo conto, ma c’è chi lo ha potuto fare e lo ha fatto.

Non sappiamo se queste poche note siano state convincenti, ci auguriamo di sì.

In una situazione del genere il “si salvi chi può” è una necessità, nell’interesse individuale e collettivo: più persone si vaccinano in tempi brevi, più presto raggiungeremo quella immunità generalizzata, “di gregge” come l’hanno chiamata in Inghilterra, che è l’unica strada per sconfiggere, speriamo definitivamente, il maledetto Covid-19.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Una risposta a “Caos AstraZeneca”

  1. 12.04.2021 – By Nino Maiorino – La percentuale di rischio dello 0,0001% è stata calcolata sui vaccini inoculati in Inghilterra e i casi di trombosi lì registrati. Per dovere di cronaca debbo dire che, proprio questa mattina, su Radio.24, è stato comunicato che la percentuale di trombosi calcolata sulla base di tutti i vaccini AstraZeneca inoculati nel mondo è dello 0,00019%.

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