Di questi tempi non è facile fare il Sindaco… ma Servalli ci ha messo del suo
Il coronavirus in questi ultimi mesi ha avuto la funzione (o forse il merito) di togliere a questa Amministrazione il velo di stucchevole buonismo
Lunedì si torna a scuola nella nostra città. Il sindaco Servalli, com’era prevedibile, non ha inteso rinnovare la precedente ordinanza di sospensione dell’attività didattica in presenza.
E’ comprensibile la decisione di Servalli dopo tutti gli attacchi ricevuti in questa settimana, alcuni anche di particolare violenza verbale.
Ora è facilmente prevedibile che il primo cittadino per questa scelta, diciamo “aperturista”, riceverà un bel po’ di critiche dai genitori che invece preferiscono tenere i figli a casa, piuttosto che far correre loro il pericolo di contagiarsi a scuola.
La questione è aperta, nessuno ha la soluzione e la verità in tasca. A dividersi, del resto, sono prima gli esperti, gli scienziati. Si legge e si sente tutto e il contrario di tutto. La confusione è generale. Vale persino con i vaccini. La vicenda del vaccino AstraZeneca è l’esempio lampante di quanta sia smisurata l’incertezza. Siamo al cospetto di una gigantesca babele, inimmaginabile fino a poco tempo fa. E noi, poveri mortali, non possiamo che restare frastornati. Asini in mezzo ai suoni. Oramai in questo bailamme abbiamo perso anche quelle poche certezze che avevamo e prevale il disorientamento.
In altre parole, non essendoci una verità, una certezza, ognuno si regola come meglio crede, ad istinto. Sono quindi comprensibili e valide sia le opinioni di chi è per l’apertura sia quelle di quanti sono per la chiusura delle scuole.
Rassegniamoci. Questa è la situazione. E di certo non possiamo pretendere che un primo cittadino, si chiami Servalli o Rossi, ci dia certezze. Va a tentoni, come tutti noi. Con le stesse preoccupazioni e gli identici timori che ci attanagliano in questa mostruosa pandemia. E con l’inquietudine ingigantita dal ruolo ricoperto e dalle responsabilità che ne derivano.
In un simile contesto, non si possono non condividere le parole dell’assessore comunale alla pubblica istruzione Lorena Iuliano. Da signora qual è, oltre che da sincera democratica, lamenta il fatto che la libertà di opinione, sacra e legittima, non deve “andare oltre i limiti”, per l’uso di taluni espressioni rivolte al sindaco Servalli in una simile circostanza, come “vergognati” e “non hai dignità”. In effetti, si è andato un po’ troppo oltre quella che è la motivata e comprensibile critica nella diversità di vedute.
Giusto. Una riflessione al riguardo, però, va fatta. E il sindaco Servalli è inviato a farla prima di chiunque altro, visto che è lui più di altri al centro dell’attenzione.
Ci sarebbe da chiedersi, infatti, come mai un sindaco riconfermato pochi mesi fa al primo turno e che sostanzialmente mai era stato attaccato così duramente, oggi è diventato il destinatario di critiche asprissime, sempre più aggressive e a volte persino sopra le righe?
Certo, questa pandemia ha indubbiamente esacerbato gli animi. Inutile negarlo. L’ansia del possibile contagio, i lutti, le restrizioni, le difficoltà economiche e le privazioni di una vita non più normale come lo era poco più di un anno fa, hanno messo tutti a dura prova. Basta poco, anche una contrarietà una volta banale, per provare irritazione ed avere difficoltà nel contenere il più semplice malumore.
Questo è un dato di fatto. A ciò, almeno nella nostra città, si aggiunge la netta sensazione che il sindaco Servalli in questi ultimi mesi non abbia dato una buona prova come guida autorevole e sicura della sua comunità. Più che governare gli eventi, Servalli ha dato l’impressione di esserne travolto. Ha dato dimostrazione, in buona sostanza, di scarsa reattività e fiacchezza.
Sul tema sanitario, poi, è stato un disastro. Il ritardo e la confusione della campagna vaccinale in città è stata la mazzata definitiva. Si obietterà, già sento il coro dei menestrelli di corte, che la responsabilità sanitaria compete nella gestione ad altri. Verissimo, tant’è che, nella vicenda delle vaccinazioni, l’oscar della cattiva gestione riesce difficile assegnarlo.
Sta di fatto, però, che il sindaco non è solo per legge il responsabile della salute dei suoi cittadini, ma è in ogni caso il punto di riferimento della sua comunità. E’ lui che la guida, che la interpreta, che se ne fa portavoce. In ogni caso e in ogni dove. E quindi quando qualcosa non va, non funziona nel modo dovuto, il Sindaco, quello con la s maiuscola, se ne fa carico anche quando non dipende direttamente dalla sua persona.
Il Comune, tanto per capirci, è una trincea. E’ il fronte di ogni problema della comunità. C’è da chiedersi, ma di questo, i collaboratori scelti da Servalli ne sono consapevoli?
Ad ogni modo, il coronavirus in questi ultimi mesi ha avuto la funzione (o forse il merito) di togliere a questa Amministrazione il velo di stucchevole buonismo. E’ stato così svelato quello che finora non si era visto o voluto vedere: l’inettitudine al comando, l’accidia strisciante, la propensione al galleggiamento, l’inclinazione a pasticciare piuttosto che a programmare. Il tutto condito da pressappochismo, scarsa competenza e dubbie capacità.
Insomma, di questi tempi non è facile fare il Sindaco… ma Servalli ci ha messo del suo.
E così, non per incanto ma di conseguenza, sembra essersi da ottobre scorso scoperchiato il vaso di Pandora. E con esso venir fuori tutte le difficoltà e le sviste di Servalli e dei suoi.
A questo punto che dire? Il sindaco Servalli riuscirà a raddrizzare la barra e rimettere nella giusta rotta la barca? Insomma, a recuperare il rapporto con i suoi cittadini e ritrovare il segno del comando?
Chissa? Glielo auguriamo… anche se, come si dice, quando la crema del dentifricio esce dal tubetto, poi è difficile, se non impossibile, rimetterla dentro.
parole sante, il sindaco non può ridursi a fare la telecronaca di cosa succede in città