Il Belpaese ha un gran numero di piccoli borghi: uno di questi è Minori, sulla costa d’Amalfi, col suo “fronte mare” da cartolina, conservato intatto. Il paese, sin dall’antichità, ha esercitato la sua attrazione turistica. Lo testimoniano i resti della splendida Villa Romana Archeologica risalente al I sec. d. C..
Il lungomare è luogo di passeggio e aggregazione, ma nel periodo estivo diviene incapace di offrire ai dimoranti e agli ospiti, l’auspicata tranquillità.
Se in estate si riducono gli spazi di mobilità, è anche vero che Minori ha un tesoro naturalistico di grande bellezza che attende, di essere conosciuto, apprezzato e valorizzato.
Ne è un esempio la località “Auriola” stretta nella gola che conduce al villaggio di “Sambuco” di Ravello, laddove il corso del fiume Rheginna si restringe, cinto da giardini ed agrumeti.
In origine si trattava di un sentiero che collegava Minori con Sambuco, un “viaggio” che i suoi abitanti, in tempi non così remoti, compievano quotidianamente portando a valle la legna per alimentare i forni di Minori.
Si tratta di una consuetudine oggi scomparsa, per l’agevole collegamento stradale tra le due cittadine.
Condannata all’oblio, dunque, anche l’ex mulattiera che collegava il mare con i monti. Restano gli amanti del trekking che, da aprile a settembre, amano percorrere l’antica via, immergendosi nella natura, tra i boschi cedui, ricchi di lecci, frassini, ontani, querce, corbezzolo e carrubi e con sorgenti di acqua che scorga dalle montagne circostanti.
La valle “Auriola” è stato anche il centro produttivo di Minori già dal 1748. Le acque del fiume fornivano l’energia necessaria alla manifattura delle enormi cartiere, che ancora oggi, seppur abbandonate e devastate dal tempo, restano a ricordo dell’antico splendore.
L’incontro con queste testimonianze dell’epoca protoindustriale rende ancor più affascinate la visita della valle, tuttavia se, fino ad un certo punto, la si può percorrere con relativa comodità (grazie al lavoro di sistemazione della mulattiera ad opera dalla “Comunità Montana Penisola Amalfitana”) in territorio di Ravello, parte del sentiero diviene dissestato e sconnesso.
L’acqua piovana e il ripetuto passaggio degli animali da soma hanno creato dei veri canaloni, a questo si aggiunge la presenza di grossi macigni a rendere il percorso difficoltoso ed aspro.
Eppure l’antica mulattiera ai tempi delle cartiere era frequentatissima, sia per portare il materiale per la fabbricazione della carta (prima stracci poi cartaccia, al luogo di produzione) quindi per portare a valle il prodotto finito.
Sembra l’ora di prestare maggiore attenzione a questo luogo: il sentiero va recuperato e se pubblicizzato ne guadagnerebbe l’offerta turistica che i due centri viciniori, Minori e “Sambuco” di Ravello, offrirebbero ai propri visitatori.
La sistemazione dell’area della “Auriola” potrebbe costituire, per Minori, quel polmone verde utile a decongestionare l’affollamento estivo del “fronte mare” e costituire un’occasione di crescita turistica, valorizzando il fiume, con la sistemazione dell’alveo e la creazione di un laghetto oltre ad un’area di ristoro.
Ma si potrebbe anche valorizzare i fondi agricoli che fanno da corona alla stretta gola, realizzando degli stand dove i contadini offrirebbero i prodotti dei propri giardini: limoni, uva, vino, e castagne oltre a piante del bosco come l’origano selvatico, il timo, la menta di fiume, il tarassaco, il finocchietto.
Forse, in questo modo, si potrà svolgere una valida difesa di un territorio particolarmente fragile e problematico.