Vi sono argomenti che si accantonano nella quotidianità della vita, ma che emergono prepotentemente in alcune occasioni straordinarie, durante le quali riappaiono alla memoria.
Il mondo dell’ ”aldilà ”, della vita oltre la morte, è uno di quelli che mi ha sempre affascinato, e che è riemerso in occasione di un recentissimo lutto.
Questo triste evento mi ha dato l’occasione per introdurre il discorso del legame tra i vivi e i morti, una cosa della quale non riesco razionalmente a convincermi, ma della quale ho tante dirette e personali constatazioni.
Nella notte del decesso della cara parente, avvenuto all’incirca alle ore 5 del mattino, avevo avuto una nottata inconsuetamente agitata. A quell’ora, nel dormiveglia, avevo sentito consistenti “toc-toc” sulla porta d’ingresso, ai quali in un primo momento non avevo dato peso, pensando fosse stato un sogno; ma al ripetersi andai a guardare attraverso lo spioncino: non c’era nessuno; incuriosito mi affacciai sul pianerottolo, ma non c’era anima viva.
Dopo qualche ora ebbi la comunicazione del decesso.
Qualcuno potrà pensare che sia stata una suggestione, e lo capisco, ma sono convinto che la parente sia venuta a salutarci nel momento in cui è stata chiamata a raggiungere l’aldilà.
E non è il solo caso del quale ho personale e diretta conoscenza; la stessa cosa capitò quando, tanti anni fa, mia suocera, che aveva per me una predilezione particolare, stava per morire: pure quelle notte ero stato agitato, e alle sette del mattino, quando squillò il telefono, era lei che mi disse “Nino vieni, questa volta non ce la farò”.
Mi precipitai a casa sua, era spirata qualche minuto dopo la telefonata; mi aveva voluto salutare prima.
Questi episodi, e altri successivi, mi hanno fatto convincere della esistenza di un legame diretto tra i morti e i vivi: certamente è un qualcosa non razionalmente spiegabile, ma che certamente esiste e va al di là del fenomeno miracolistico; i miracoli, pure se confermati dalla Chiesa, possono sempre attribuirsi ad una autosuggestione del miracolato il quale può aver trovato nel suo organismo una energia tale da portarlo alla guarigione; per questo penso che il legame tra vivi e morti vada ben al di là del miracolo.
Altrimenti non si potrebbero spiegare tanti altri analoghi episodi, molti dei quali vissuti direttamente.
Molti anni fa, un carissimo parente vedovo, fu protagonista di un fatto che, quando lo ricordo, mi fa ancora accapponare la pelle.
Era una giornata di festa, nella inoltrata serata per strada e in piazza si faceva baldoria, e c’era l’orchestra che suonava ad alto volume, e tutti noi, affacciati al balcone, non riuscivamo a sentire più niente; era una giornata di fine maggio, la casa era bene arieggiata per attenuare il calore della inoltrata primavera, e la corrente d’aria disperdeva anche eventuali odori malsani.
Improvvisamente squillò il telefono, e pure lo squillo fu difficoltoso sentire, ma alla fine qualcuno andò a rispondere.
Era una parente che viveva in un’altra città, che aveva fatto un sogno: “Mamma mi è venuta in sogno -disse- andate a controllare, il gas è aperto”.
Era proprio così, qualcuno aveva aperto i fornelli, poi era stato distratto e si era allontanato lasciando il gas aperto, e non si sentiva il cattivo odore proprio perché la casa era arieggiata, ma se qualcuno fosse entrato in cucina con una fiammella, pure per accendere una sigaretta, sarebbe saltato tutto.
Qualche anno prima un bimbetto di tre anni, figlio della parente che viveva lontano, doveva subire un intervento chirurgico anche abbastanza semplice; era nato con una punta d’ernia e i medici avevano deciso di aspettare qualche anno per intervenire.
I genitori, ovviamente preoccupati, prima di portarlo in ospedale vollero fare visita a Padre Pio di Pietrelcina, poi santificato, per raccomandarlo che lo proteggesse.
Quel giorno Padre Pio ricevette tanti bambini e i loro familiari, a tutti i bambini aveva fatto una carezza: quando arrivò il nostro turno, stranamente non carezzò il bimbo e la mamma gli chiese il motivo, ma Padre Pio non rispose.
Qualche giorno dopo il piccolo venne ricoverato per l’intervento, staccandosi dalla madre si agitò tantissimo, ma l’anestetista, senza attendere che si calmasse, sbagliò ad intubarlo, l’anestetico fu somministrato in dose eccessiva, il bimbetto morì gonfio come un palloncino.
Padre Pio aveva previsto l’evento, per lui il bimbo era già nell’aldilà.
Un ultimo episodio mi vide diretto protagonista al porto turistico di Napoli dove, insieme a stretti familiari, stavamo per imbarcarci per Ischia.
Tra i familiari ce n’era una che aveva problemi con qualche parente, che non tralasciava occasione per colpirla e ferirla.
Si avvicinò una vecchina, vestita di nero, che ricordava tantissimo una vecchia zia, morta e amorevolmente assistita proprio dalla mia parente fino al trapasso.
La vecchina le si avvicinò e le disse “Figlia mia, tu hai una parente che ce l’ha con te e non tralascia occasione per mandarti maledizioni; stai attenta, perché è una persone cattiva e malvagia, che vuole la tua morte”. Ed era vero.
Proprio in quel momento tornai dalla biglietteria, ci guardammo intorno ma la vecchina era scomparsa.
Probabilmente era la zia morta che aveva voluto metterci in guardia.
Non voglio portarla per le lunghe, ma questi sono episodi ai quali ho assistito e partecipato personalmente, che ancora mi fanno rabbrividire, e rafforzano la mia irrazionale convinzione che esista un legame tra i morti e i vivi, attraverso il quale i nostri morti ci seguono, ci proteggono e ci consigliano, inviandoci dall’aldilà i loro segnali.
Una risposta a “Segnali dall’aldilà”