Questa è la foto della situazione che si presentava ieri lunedì mattina 28 dicembre, alle ore 11,00 circa, dinanzi alle poste centrali della città metelliana in via Sorrentino.
Una cosa vergognosa!
La lunga file e l’assembramento hanno provocato insofferenza e irritazione degli utenti, con bisticci vari; due donne si sono azzuffate; ovviamente le numerosissime persone non hanno consentito che vi fosse il necessario distanziamento, impossibile sotto il porticato, in barba a tutte le raccomandazioni volte ad evitare il propagarsi dell’epidemia.
E’ possibile che l’episodio di intolleranza verificatosi poi nel pomeriggio, del quale è stato pubblicato un resoconto ieri sera, sia scaturito proprio dalla tensione provocata da quel lungo disagio.
Più volte noi cronisti abbiamo evidenziato ed espresso il nostro disappunto per questa situazione, che dura da anni, ma nessuno interviene.
Gli stessi disagi si vivono nelle poste periferiche come dimostra la foto che pubblichiamo qui sotto, scattata circa tre ore fa presso l’Ufficio postale di via Tommaso Gaudiosi all’Epitaffio.
E questa è una espressione della “Città di qualità“?
Non ne faccio carico direttamente all’Amministrazione comunale, che evidentemente manco è ascoltata da chi dovrebbe interessarsi di risolvere il problema, ma che certamente non è mai intervenuta con la necessaria autorità presso chi di competenza; evidentemente dimentica che, pure se non può direttamente risolvere il problema, ha l’obbligo di fare pressioni notevoli su chi più farlo, arrivando fino al competente Ministero.
Né sembra che di questo grave problema se ne facciano carico i Consiglieri, di maggioranza o di opposizione (recentemente lo ha fatto solo Gigino Petrone), giacché nemmeno nel parlamentino cittadino se n’è mai parlato:, tanti preferiscono esibirsi parlando di problemi che non interessano la città, come la patrimoniale o la crisi occupazionale nel paese, che, sebbene importanti a livello generale, non interessano più di tanto la città che, sulla soluzione degli stessi non può influire.
Per quanto di sua competenza, il Comune potrebbe al momento già mettere in pratica una soluzione rapida, pure se momentanea, e cioè liberare i due locali a lato dell’Ufficio postale, quelli dell’Inps e quello destinato ai VV.UU., cedendoli alle poste per utilizzarli come sala di attesa coperta, fino a quanto l’amministrazione postale non risolverà definitivamente il problema, aprendo nuovi sportelli, o ripristinando quelli chiusi.
Non è da dimenticare anche che, finalmente, molti pensionati si sono convinti a farsi accreditare le pensioni sui c/c o di deposito, e che utilizzano i Pos per prelevare; ma se per una intera settimana quelli cavesi sono stati inutilizzabili per mancanza di collegamento, questo è un disservizio che crea ulteriori gravi disagi all’utenza, e c’è chi la scorsa settimana ha dovuto spostarsi a Vietri sul Mare o a Nocera Inferiore per prelevare.
Insomma tutti debbono farsi carico di risolvere il grave problema delle poste a Cava, l’Amministrazione postale in primis, ma anche il Comune; non è più tollerabile che i cittadini cavesi debbano essere mortificati in questo modo da un ente i cui servizi sono essenziali per la comunità, ma vengono erogati in queste condizioni, quasi come se la città facesse parte di un paese del terzo mondo.
Quando il cittadino chiede servizi efficienti e di qualità ha perfettamente ragione, e il Comune deve darglieli direttamente o sforzarsi a ché gli altri provvedano in tal senso.
Ma la qualità deve essere reciproca, nel senso che tutti devono collaborare a migliorarla, non deve essere compito solo compito dell’Amministrazione comunale, ma anche di coloro che forniscono servizi pubblici, specialmente se essi sono indispensabili, come quello postale.
E questo è un compito dell’Amministrazione postale iniziando da quella locale, passando per quella provinciale, poi regionale, poi centrale; quel locale è di proprietà delle Poste ed esse debbono farsi carico dell’accoglienza degli utenti.
Non so se la direzione delle Poste cavesi abbia fatto presente ai suoi organi superiori questa vergognosa situazione, spero di sì, ma giacché è una situazione annosa, per quanti anni ancora gli utenti cavesi saranno costretti a stare all’addiaccio e alla pioggia nei mesi invernali, o alla calura nei mesi estivi, aspettando ore prima di poter entrare?
Quando avrà fine questo obbrobrio?