scritto da Pasquale Petrillo - 31 Dicembre 2020 10:27

Addio senza rimpianti al 2020… e speriamo in un 2021 migliore

foto Aldo Fiorillo

Quest’anno volge al termine. Per fortuna. E senza rimpianti. Uno peggiore di questo il nostro Paese non lo viveva dagli anni terribili del secondo conflitto mondiale, quando la stragrande maggioranza di noi non era ancora nata.

Se ne va un anno funestato da tanti, troppi lutti. Un anno devastante negli affetti e in economia a causa di un virus che ci ha tenuti chiusi in casa, ha bloccato le attività produttive, ci ha negato di festeggiare come gli altri anni la Pasqua e il Natale, ci ha impedito di onorare come è giusto e doveroso i nostri defunti, ha compresso le nostre libertà costituzionali, ha stravolto le nostre abitudini, il nostro stile di vita.

Speriamo che nell’anno nuovo si volti davvero pagina e non solo per il vaccino anti-Covid. Non sarà semplice e le ferite da rimarginare, siano esse psicologiche o socio-economiche, saranno tante oltre che problematiche. Ci sarà tanta strada da fare e molto da recuperare. Nulla sarà come prima non perché tutto cambierà, magari in meglio, ma semplicemente perché l’esperienza vissuta quest’anno sarà indelebile e farà parte per sempre del nostro bagaglio culturale, del nostro vissuto, della nostra storia personale e di popolo.

L’auspicio è che il nuovo anno ci porti una classe dirigente migliore, più competente, più matura, più esperta e capace. Temo, però, che questo resterà solo un desiderio, una chimera. Non si vede nulla di nuovo e di buono all’orizzonte. Abbiamo un governo modesto, tanto per usare un eufemismo e non essere troppo tranchant in questi giorni di festa. Il guaio più grosso, però, è che non entusiasmano neanche le possibili alternative. Abbiamo, purtroppo, una classe politica orfana di leadership vere, autorevoli, credibili.

Siamo messi male e l’emergenza coronavirus ha mostrato, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, come la nostra organizzazione statuale sia debole, mal strutturata, illogica, confusa e conflittuale. Non bastavano il virus e lo sproloquiare dei virologi, a confonderci con decreti e ordinanze, sovrapposti e contraddittori, ci hanno pensato premier, governatori di regione e sindaci. Che bailamme! Poveri italiani! Non siamo per l’uomo solo al comando, ma almeno un po’ d’ordine nell’individuare chi è responsabile e di cosa è il minimo che pretendiamo.

E veniamo alla nostra città. Cosa augurarle? Cosa augurarci? Covid a parte, l’auspicio è che si volti pagina. Dove? Un po’ ovunque, partendo dal Palazzo di Città.

Il nostro Ente Comune, ormai già da un po’, non rappresenta più un modello virtuoso, anzi. La sua struttura è anchilosata, inadeguata, vetusta, disorganizzata. Negli ultimi dieci anni, invece di approfittare di alcune centinaia di pensionamenti per ammodernare la sua organizzazione con personale non solo più giovane ma soprattutto più preparato e funzionale alle esigenze di un’Azienda-Comune proiettata nel futuro, l’abbiamo sconquassata, appesantita, disarticolata, svilita. Ci ha pensato la precedente Amministrazione Galdi, ma la botta finale e più devastante l’ha data l’attuale Amministrazione Servalli, confondendo il ruolo del Comune, che è allo stesso tempo un ente pubblico ed un’azienda, ma di certo non è un ente di pubblica assistenza e beneficenza. In altre parole, la macchina comunale si è rinnovata seguendo spesso logiche ben lontane da quelle dell’efficienza e della funzionalità. Il risultato? Un disastro organizzativo che si rifletterà per i prossimi venti e forse anche trent’anni. Bel regalo.

Ciò detto, visto che la speranza per un cristiano è sempre l’ultima a morire, l’auspicio è che il sindaco Servalli in futuro cambi registro. A cominciare, come dicevamo prima, dalla macchina comunale che guida: forse qualche operaio in più per saldare un tombino, verniciare le strisce pedonali o tappare un buco, servirà più di tanti oggetti misteriosi che vagano per il palazzo. Così come qualche vigile in più, molti in più in verità; e perché no qualche esperto in informatica o che magari sappia almeno smanettare, visto che il digitale (in generale, i servizi on line) nel nostro Comune sembra essere quasi un illustre sconosciuto…

L’auspicio è che cambi registro cominciando a lavorare per un progetto di città che ad oggi non si vede, mettendo in cantiere quello che ha proposto nel suo programma elettorale, dove ha parlato di una “città europea” che forse vede solo lui e il suo cerchio magico.

L’auspicio è che cambi qualcosa dalla sanità (ospedale, cittadella salute e casa del parto) ai rifiuti ed economia circolare.

L’auspicio è che cambi registro con una reale progettualità dell’offerta culturale e turistica dando concretezza al progetto di Cava Città Parco Culturale, ridando dignità e centralità alla Biblioteca comunale ed una nuova mission alla Mediateca.

L’auspicio è che almeno in parte i bei propositi, i concetti sontuosi e i termini altisonanti del programma elettorale del sindaco Servalli trovino un mimino di realizzazione e non restino lettera morta.

Fermiamoci qui, perché l’elenco degli auspici è lungo.

Buon anno nuovo. Di cuore.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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