scritto da Nino Maiorino - 20 Dicembre 2020 10:22

Cashback, un labirinto

Il sistema del Cashback ormai sembra sempre di più un labirinto, a volte una scatola cinese con all’interno numerose altre scatole sempre più piccole, come una matrioska, alla fine delle quali aprendo il seme, cioè l’ultima, ti trovi con … un pugno di mosche in mano.

Probabilmente il Cashback è partito male e condotto peggio, e ora anche la Bce ci ha messo mano, sostenendo che il nostro Governo, prima di attivarlo, avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione della Unione Europea, giustificandone le ragioni; in verità questo aspetto a noi era ignoto, ma certamente non avrebbe dovuto esserlo alle nostre Istituzioni, specialmente al Mef, il Ministero dell’Economia e Finanze, che è retto da un Ministro certamente non sprovveduto come Roberto Gualtieri

Se il Ministro Gualtieri non l’ha fatto, evidentemente ha dato per scontate le motivazioni che sono alla base sia del Cashback, sia anche della Lotteria degli scontrini, vale a dire aggiungere un ulteriore tassello a quelli già esistenti del complesso puzzle della lotta all’evasione fiscale, specialmente quella spicciola che però incide notevolmente sulle nostre finanze in quanto dalla stessa derivano due forme di evasione, quella diretta, cioè la notevole riduzione del giro di affari denunziato dagli esercenti per esempio ai fini Irpef, sia indiretta, vale a dire, ad esempio, l’evasione dell’iva sui prodotti pagati per contante e non scontrinati.

D’altronde, non si vede perché Gualtieri avrebbe dovuto ignorare l’obbligo dei paesi membri di ottenere l’assenso preventivo su provvedimenti di questo genere, che influiscono direttamente sul contrasto alla evasione fiscale, cosa ben giustificabile dal nostro paese nel quale è noto a tutti che esiste la maggiore evasione fiscale di tutti gli altri paesi membri dell’UE.

Siamo al primo posto in Europa per l’evasione dell’Iva (3.147 euro pro capite), seguiti, a sorpresa, dalla “virtuosa” Danimarca (3.066 euro pro capite), ultimo posto la Bulgaria (531 euro a testa).

E anche per l’Irpef non siamo messi bene; secondo Il Sole 24.Ore la nostra evasione nell’ultimo anno ha raggiunto il 68,2% (Relazione ufficiale del Mef della Commissione Giovannini).

In totale l’evasione costa all’Italia 190.miliardi di euro l’anno, e ciò è noto anche all’UE.

Quindi, qualunque provvedimento tendente a ridurla dovrebbe essere benvenuto, anche per non alimentare ulteriormente la diatriba tra coloro che sono costretti a pagare le tasse fino all’ultimo euro perché non possono evadere (pure se probabilmente vorrebbero, giacché nessuno di noi è un santo o un kamikaze, anche in considerazione dei non brillanti servizi che lo Stato rende al cittadino) e coloro che in tutta tranquillità furbescamente le evadono.

E Gualtieri sa che non avrebbe avuto nessuna difficoltà ad essere autorizzato dalla Bce alla introduzione anche del Cashback, dandolo per scontato.

A nostro avviso in questo caso il comportamento della BCE e delle altre Autorità dell’UE sembra abbastanza strano, perché è vero che l’UE ha un atteggiamento critico verso quei paesi che tentano di limitare il più possibile l’utilizzo del contante, ma dovrebbe pure rendersi conto che questo sistema di pagamento è uno delle principali fonti della evasione fiscale, e sebbene l’Italia sia al primo posto in Europa, è però in ottima compagnia con Danimarca, Lussemburgo (paradiso fiscale), Belgio, Malta, le virtuose (???) Finlandia, Svezia, Francia.

Gualtieri ha commentato, tramite Radio-Corriere, che i rilievi di Yves Mersch, ex Direttore della Banca Centrale del Lussemburgo e ora membro dal 2012 del Comitato Esecutivo della BCE, sono solo formali (in pratica non avrebbe potuto farne a meno) e non destano preoccupazioni né all’ UE, né al Governo italiano, anzi confortano lo stesso ricordando che il Cashback non penalizza in alcun modo chi vuole usare il cantante, ma premia chi decide un sistema di pagamento alternativo.

Dal che deduce che non vi fosse alcun obbligo di consultare preventivamente la Bce, la quale, invece, deve sentirsi soddisfatta del nostro impegno di modernizzare il sistema finanziario e di una sempre maggior diffusione dei sistemi digitali, verso i quali pure l’UE propende.

Comunque la “querelle” sembra rientrata anche perché sembra che la Bce non abbia chiesto nemmeno una risposta, ma si è solo limitata a precisare che eventuali futuri interventi di questo genere dovranno preventivamente esserle portati a conoscenza.

Quindi alla fine, sembra la classica “tempesta in un bicchier d’acqua”, che lascia il tempo che trova.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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