Se ad agosto i “viaggiatori” guardavano agli ultimi mesi del 2020 con una certa fiducia, la seconda ondata di pandemia ha cancellato quelle minime tracce di ripresa che si erano intraviste per il settore turistico. Già prima del colpo di grazia inferto dal Dpcm varato questa settimana, a fine novembre 7 italiani su 10 dichiaravano che non avrebbero fatto viaggi almeno fino alla fine di gennaio.
Ora, con i trasferimenti tra le regioni bloccati di fatto fino a gennaio e le feste da passare nei comuni di residenza, verranno a mancare nelle sole strutture turistico-ricettive tra fine di dicembre e gennaio, altri 10,3 milioni di turisti (3,9 stranieri e 6,4 italiani) che avrebbero speso non meno di 8,5 miliardi di euro.
Fiducia del viaggiatore ai minimi
Secondo l’indice di fiducia del viaggiatore italiano, calcolato mensilmente da SWG per conto di Confturismo, la propensione a viaggiare è ridotta al minimo storico e i progetti di vacanza vengono rinviati di fatto all’estate del 2021: il valore dell’indicatore scende di altri 5 punti rispetto a ottobre e si attesta a 39, il peggior risultato di sempre, ben 31 punti in meno rispetto a novembre 2019. Prova ne sia che, quando si chiede al campione di immaginare il luogo della prossima vacanza, il 44% risponde una località di mare, e solo il 30% menziona la montagna.
Insomma, si spengono le luci su un settore che, con i suoi 190 miliardi di valore della produzione, gioca un ruolo strategico per l’economia nazionale. (fonte Confcommercio)