L’emergenza sanitaria da Covid-19 in atto non consente di vivere al meglio quella che è la festa più amata e attesa dell’anno, specie da parte dei bambini.
La decisione dell’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Adamo Coppola, è quella di un Natale 2020 che sia sobrio e solidale. Ci saranno luminarie in formato molto ridotto rispetto agli anni scorsi: sarà illuminata Piazza Vittorio Veneto, le rotatorie, le chiese, la casa comunale e il Castello.
Si tratterà per lo più di illuminazione a terra e non aerea, oltre che su facciata, per quanto riguarda gli edifici. Presso il Castello Angioino Aragonese, nella piazza d’Armi sarà sistemato un grande presepe, realizzato da artisti locali mentre la Sala dei francesi diverrà la dimora di Babbo Natale.
In attesa di conoscere il nuovo DPCM, per ora l’incontro di Santa Claus con i bambini potrà avvenire solo in maniera virtuale, qualora poi il decreto lo consentisse, sarà adottato una modalità di ingresso in loco, tramite un sistema di prenotazioni. Ma quello del 2020 sarà soprattutto il Natale della solidarietà: su iniziativa del sindaco Adamo Coppola, condivisa dall’intera Amministrazione comunale, con i fondi risparmiati dalla mancata messa in campo di tutte le iniziative natalizie degli scorsi anni, saranno acquistati pacchi alimentari da destinare alle famiglie bisognose.
«Il Natale – afferma il sindaco Adamo Coppola – è un momento magico, da vivere con gli affetti più cari, ma purtroppo quest’anno, diversamente dai precedenti, causa Covid-19, non lo potremo vivere come vorremmo. In questo momento già buio, non potevamo non accendere una luce di speranza, un simbolo del Natale e quindi allestiremo in maniera sobria le luminarie solo in alcune aree simbolo della Città. Confidando che si esca presto da questo brutto periodo e si torni presto alla normalità, quest’anno non faremo iniziative particolari e con i soldi risparmiati regaleremo un sorriso alle famiglie in difficoltà, donando loro un pacco alimentare con all’interno tutto l’occorrente per preparare un dignitoso pranzo di Natale. Non potendoci abbracciare, in questo modo, seppur lontani ci sentiremo vicini».