Sono certo che questo mio commento su Diego Armando Maradona mi alienerà la simpatia di tante persone, ma in coscienza, viste le eccessive manifestazioni di lutto per la morte e di osanna in vita, mi sento di rischiare.
La notizia è fresca-fresca: una calciatrice spagnola, Paula Dapena, prima dell’inizio della partita tra Viajes Interrias FF e Deportivo Abanca, si è rifiutata di ricordare e commemorare la morte di Maradona con il minuto di silenzio che la sua squadra gli ha dedicato: e mentre le altre sue colleghe sostavano in silenzio, si è seduta a terra con le spalle verso la tribuna.
Poi ha spiegato: “Maradona era uno stupratore, per le sue vittime non c’è stato un minuto di silenzio; quindi ovviamente non sono disposta a fare un minuto di silenzio per lui. Mi sono rifiutata di fare un minuto di silenzio per uno stupratore, un pedofilo e un molestatore. Per questo ho pensato di sedermi a terra e voltare le spalle: così ho fatto”.
Sembra che anche l’allenatore della squadra avversaria si sia poi congratulato con lei.
Grande temperamento questa ragazza che probabilmente ha ridato la giusta dimensione a un personaggio che per il solo fatto di saper dare calci a un pallone e tirarlo in porta, è stato glorificato esageratamente durante la vita e quasi divinizzato dopo la morte, dimenticando che, come sembra, oltre ad essere un drogato (affari suoi) e un abituale frequentatore di camorristi (affari pure nostri), si dice che sia stato anche uno stupratore e un pedofilo; se tutto ciò fosse vero sarebbe veramente esecrabile per lui e per chi ha fatto finta di dimenticare queste sue ulteriori “doti”. Né è da nascondere che questo divo sembra abbia ha sparso per il mondo tanti figli (forse nemmeno lui sapeva quanti).
E non è una giustificazione che tutto il mondo sportivo l’abbia osannato solo perché Maradona, grazie al suo talento calcistico, si sia riscattato da una estrema povertà, che con le sue doti abbia costruito un ingente patrimonio, che spesso devolveva parte dei suoi guadagni per opere di beneficenza, che molte squadre calcistiche abbiano giocato con il segno di lutto al braccio, che i giocatori del Napoli abbiano tutti indossate maglie col n. 10, che era il numero della maglia con la quale egli giocava, e che gli artigiani di San Gregorio Armeno abbiano ora modificato le statuine mettendogli le ali.
Ovviamente, intorno alla sua morte ora si stanno costruendo storie, che mi sanno tanto di montature ad uso e consumo dei giornali di gossip ai quali si abbeverano le popolane, come la responsabilità del medico curante, la segregazione dell’atleta per alcuni giorni in una specie di cella, e altre analoghe baggianate, come anche quella di un figlio segreto che chiede la riesumazione del cadavere.
Chi sa quanti altri figli segreti ora si faranno vivi, e quante altre storie analoghe ci dovremo sorbire e per quanto altro tempo.
Qualcuno ha sostenuto che il talento giustifica tutto, che erano fior di canaglie pure Michelangelo Buonarroti, Leonardo da Vinci, Sigmund Freud, e tanti altri emeriti personaggi pure insigniti di tante onorificenze.
A mio avviso le canagliate fatte da tali personaggi sono certamente esecrabili, ma possono passare in secondo piano in quanto gli stessi hanno regalato all’umanità opere eccelse e indimenticabili.
E chi avrebbe il coraggio di censurare gli antichi personaggi greci o romani, pilastri fondatori di arti e scienze sulle quali si basa la nostra cultura, molti dei quali erano adusi alla pedofilia, ai rapporti omosessuali e alla abituale frequentazione di postriboli maschili e femminili che, all’epoca, erano considerate cose normali.
Non so come si possa paragonare il talento di questi personaggi con quello di Maradona, il quale aveva come unico talento quello di essere un abile calciatore.
E mi dispiace che pure Papa Francesco, probabilmente perché anch’egli argentino, lo abbia commemorato pubblicamente, al pari di un Capo di Stato o di un Premio Nobel; probabilmente in questa occasione si è fatto influenzare dalla comune origine e dai trascorsi incontri; forse in questa occasione anche Papa Francesco è stato un tantino sopra le righe o, molto più semplicemente, è probabile che in lui sia prevalso il sentimento del perdono e della misericordia.
Forse, in media, avrò assistito in TV in vita mia, ad una partita all’anno. Il gesto della calciatrice giustificandolo con un Maradona stupratore, avrebbe fatto meglio a trovare altra motivazione. Maradona si narra che ha avuto tante donne ma non risulta abbia stuprato alcuna. Come tutti i miti, le icone dei vari campi della vita, a morte sono esaltati all’ennesima potenza, da sempre. Sbagliato? Giusto?
“Chi sono io per giudicare? (cit. Papa Francesco)