scritto da Pasquale Petrillo - 27 Novembre 2020 12:01

Omaggio a Maradona… e al sindaco Servalli

foto di Angelo Tortorella

E’ stato indubbiamente il più grande. In assoluto. Diego Armando Maradona aveva un dono divino, che gli ha permesso di essere forse l’unico calciatore capace di cambiare da solo le sorti di un incontro, di un campionato, persino di un mondiale. Comprensibile, quindi, lo stupore e il clamore suscitati dalla notizia della sua morte. In tutto il mondo, non solo a Buenos Aires, la sua città natale, e Napoli, la sua città di adozione, dove ha prevalso addirittura lo sconforto, il dolore per la perdita di qualcuno considerato alla stregua di un familiare stretto.

Certo, come hanno scritto un po’ tutti, Maradona è stato genio e sregolatezza. Se come calciatore è stato inarrivabile, come uomo non è stato di sicuro un esempio di virtù. Era indubbiamente un uomo fragile e controverso. Vittima, molto probabilmente, di quel successo straordinario e di quella ricchezza avuti da quel dono divino di essere il campione, il calciatore numero uno. Non è il primo, e forse non sarà l’ultimo nella storia dell’umanità, che paga la genialità con gli eccessi, quasi che la grandezza, la gloria, la popolarità avessero come rovescio della medaglia gli errori, le intemperanze, le contraddizioni. E, con questi ultimi, la sequela di disavventure, incomprensioni, dolori, sofferenze, finanche di solitudine, che spesso accompagna proprio chi raggiunge le vette della celebrità.

Sono comprensibili, quindi, per un personaggio così famoso, tormentato e complesso come Maradona, finanche gli eccessi pericolosi e non giustificabili in tempo di Covid che si sono visti nella giornata di ieri a Buenos Aires ma anche nella nostra Napoli. In un’epoca in cui tutto è liquido, un artista del pallone, il più grande interprete di quest’arte, diventa qualcosa di memorabile, un punto fermo, un riferimento, un valore. E finanche le sue miserie, le sue debolezze, esaltano e non sminuiscono la grandezza, il valore del campione.

Se sono comprensibili i sentimenti sinceri e viscerali del popolo del pallone e non solo, è sembrata invece alquanto vomitevole quella gara che hanno fatto i politici a tutti i livelli nel postare sui social i commenti più toccanti. Insomma, una rincorsa nel tentativo di accaparrarsi a buon mercato la simpatia e i favori degli appassionati del calcio.  Stomachevole.

Non è stato da meno il nostro sindaco Servalli, il quale ha addirittura disposto l’accensione dei fari del nostro stadio come per lo stadio S. Paolo. Ridicolo. Capisco che i fari nuovi allo stadio, dopo tutto quel che sono costati ai contribuenti cavesi, è pure giusto che ogni tanto vengano accesi. Almeno così li proviamo e consumiamo pure un po’ di energia elettrica. Ma cosa c’entra il nostro stadio con il S. Paolo, che ha visto le gesta ed il trionfo di Maradona e del suo Napoli?

Vero è che questa pensata l’hanno avuta anche altri sindaci di comuni viciniori, ma si sa, a scimmiottare noi italiani siamo bravi e i politici di oggi, in questo, primeggiano.

Se ciò non è demagogia e populismo, cos’è? Insomma, Salvini docet, e non solo lui.

Chissà se Servalli accenderà le luci dello stadio comunale per ricordare le vittime del Covid quando questa pandemia finirà!

Chissà se Servalli accenderà le luci dello stadio comunale quando il nostro ospedale tornerà ad essere tale e non più un poliambulatorio di campagna come oggi!

Chissà! Forse accenderemo le luci dello stadio comunale quando questa Amministrazione comunale riuscirà a realizzare la Cittadella della salute unitamente alla Casa del Parto, non facendo così restare lettera morta il programma elettorale del sindaco Servalli almeno per questo punto (pagina 26)?

Chissà!

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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